Efficienza: in Italia c'è ancora da fare

Un'indagine Domotecnica mette in luce l'arretratezza del nostro patrimonio immobiliare, che si riflette sulla dotazione di impianti termici. Opportunità dalla riqualificazione energetica.

26 set 2011

In occasione del 13° Congresso Nazionale Domotecnica - network di 1.244 imprese di installazione italiane - tenutosi a Milano nei giorni scorsi, sono stati presentati i risultati di un'indagine interna sullo stato di salute delle abitazioni e degli impianti di climatizzazione. Risultati che evidenziano l'opportunità di investire in un programma di riqualificazione energetica con l'obiettivo di migliorare l'efficienza e ridurre i consumi, anche al fine di raggiungere gli obiettivi 20-20-20 indicati dalla Comunità Europea.

Patrimonio immobiliare. Dall'indagine emerge come poco meno dell'80% degli edifici a uso residenziale sia stato costruito prima del 1980 e solo uno su dieci dopo il 2000. Otto abitazioni su dieci si caratterizzano per un livello di isolamento termico valutato dagli inquilini come 'medio' o 'scarso'. E la situazione non migliora quando l'analisi si sposta sulla qualità degli impianti termoidraulici: poco meno della metà è stato installato prima del 1990 e solo il 27% dopo il 2000.

Impianti obsoleti? Ancora poco diffusi, nelle case degli italiani, gli impianti ad alta efficienza energetica e/o ad energie rinnovabili. Solo il 5,6% delle abitazioni sfrutta il solare termico e il 2,5% quello fotovoltaico, mentre il 19% utilizza per il riscaldamento impianti a biomasse (legna e pellets). Anche l'incidenza di caldaie di ultima generazione è minore di quanto ci si potrebbe aspettare: solo il 13,5% delle famiglie dichiara, infatti, di aver installato, per il riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria, "caldaie a condensazione". A ciò si aggiunge il fatto che l'87% dei sistemi per la distribuzione di calore presenti negli stabili italiani sono radiatori di tipo tradizionale e solo nel 5% dei casi si utilizzano soluzioni più efficienti, come il riscaldamento radiante (pavimento/soffitto/parete), o le valvole termostatiche (4%) che consentono di ridurre gli sprechi impostando la temperatura nei diversi ambienti.

Servono incentivi stabili. "Siamo d'accordo con la linea di Confindustria per quanto riguarda la proroga degli incentivi del 55% – ha affermato nel corso del Congresso Luca Dal Fabbro, nuovo amministratore delegato di Domotecnica –. Anzi, ribadiamo la necessità che il Governo garantisca una stabilità delle regole e degli incentivi all'efficienza energetica, che è la vera risorsa inutilizzata del nostro Paese. Siamo convinti che la strada corretta da perseguire sia quella di agevolare un consumo più corretto dell'energia. In Italia, infatti, il sistema incentivante premia infatti quasi esclusivamente la produzione di energia da fonti rinnovabili trascurando l'efficienza energetica. Per questo chiediamo incentivi più forti e più stabili per questo settore".

"Domotecnica – ha aggiunto Dal Fabbro – è presente in ben 4.500 comuni, ovvero in oltre un comune su due, e serve circa 500 mila famiglie più alcune decine di migliaia di Pmi. Gli obiettivi futuri sono quelli di rafforzare ulteriormente la nostra presenza sul territorio e diventare il punto di riferimento nell'intero mercato retail"

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