Espresso Style: i Paesi in crescita bevono più caffè

Maurizio Giuli, Ucimac: «Il caffè è un bene di lusso». L'intervento a Host 2015

24 ott 2015

Carlo Fumagalli

«Il caffè è un bene di lusso. E il suo consumo cresce in proporzione al Pil di un paese». Maurizio Giuli di caffè ne sa qualcosa: presidente di Ucimac – costruttori di macchine da caffè di Anima/Confindustria – e direttore marketing di Nuova Simonelli. Sull'argomento ha recentemente scritto un libro ("Il ritorno alla competitività dell'espresso italiano" - Franco Angeli). E a Host, fiera dell'Horeca a Milano, racconta dati interessanti: «Se guardiamo all'America di fine '800 vediamo una domanda di caffè crescere dell'1,3% per ogni nuovo punto di Pil. Lo stesso accade oggi nei paesi emergenti, dove le nuove classi agiate imparano a bere caffè, quasi come un simbolo sociale».

Ma la crescita vera del caffè nel mondo è questione molto più recente. A partire dalla fine degli anni '90 si registra infatti un'impennata del commercio internazionale di caffè tostato. Quali fattori l'hanno resa possibile? «Un linguaggio finalmente comune in tutto il mondo», spiega Maurizio Giuli. Fino ad allora assaggiare un caffè in Nord Europa e un caffè in Italia poteva rivelarsi un'esperienza totalmente diverrsa, come si trattasse di bevande irriconoscibili. Ciò a causa di sistemi di preparazione e tostatura molto eterogenei. «Oggi la lingua universale è il "caffè espresso"» racconta Giuli, «non come bevanda, ma come stile. Da prodotto italiano a prodotto globale». Da qui una nuova esperienza di vivere il caffè e la diffusione sempre più capillare di coffee shop in tutto il mondo.

Un caso emblematico è l'esperienza dell'Inghilterra, tradizionalmente legata al consumo di tè. «Dieci anni fa bevevamo caffè per necessità, per affrontare la mattina», ha raccontato James Hoffmann, da anni scrittore di articoli sull'argomento, «Quando abbiamo scoperto che il caffè "vero" era anche straordinariamente buono è scoppiato un vero e proprio boom nella diffusione di caffetterie specializzate». Ma attenzione, il mercato sta di nuovo cambiando, e la crescita si è fermata. «Ora che il caffè è servito in ogni quartiere» continua Hoffmann, «non basta più la qualità della bevanda a rendere competitiva la vendita, vince chi è capace di unire più elementi, come l'ambiente e la modalità di consumo».

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