Fatto in Italia? No, Made in Italy

Presentato a Milano il nuovo libro di Daniela Mainini, Presidente del Consiglio nazionale anticontraffazione e del Centro Studi Grande Milano.

25 ott 2011

S'intitola "Fatto in Italia? No Made in Italy" la guida scritta per Ipsoa da Daniela Mainini, presidente del Consiglio nazionale anticontraffazione e del Centro Studi Grande Milano, per fornire indicazioni agli imprenditori sull'intricato mondo dell'indicazione di origine italiana.

Made in Italy o no? La premessa da cui parte l'autrice è che se le fasi di lavorazione di un prodotto - se si escludono le materie prime - avvengono esclusivamente in Italia, non sorgono problemi sulla determinazione dell'origine del prodotto, ma se queste avvengono invece in differenti Paesi, europei o extra UE, nasce il problema dell'esatta individuazione dell'origine del prodotto. Nel primo caso si può infatti parlare di prodotto 100% made in Italy, mentre la faccenda si complica se in Italia viene svolta solo la cosiddetta lavorazione sostanziale prevalente che, ai sensi dell'art 24 del Codice Doganale Comunitario, è "l'ultima trasformazione o lavorazione sostanziale economicamente giustificata ed effettuata in un'impresa attrezzata a tale scopo, che si sia conclusa con la fabbricazione di un prodotto nuovo o abbia rappresentato una fase importante del processo di fabbricazione".

Sistema Bicefalo. Il manuale si propone di far chiarezza su questo "sistema bicefalo", offrendo agli imprenditori uno strumento per determinare l'esatta origine dei prodotti nel caso di delocalizzazione produttiva. All'interno del volume è anche presente una raccolta della giurisprudenza più rilevante in materia di "Made in Italy".

Presentazione a Milano. Il volume è stato presentato questo pomeriggio a Milano, in un incontro che ha visto tra i testimonial anche il Presidente di ANIMA, Sandro Bonomi, accanto al Prof. Gustavo Ghidini della Luiss di Roma, l'opinionista Paolo Del Debbio (che ha letto un messaggio del Ministro degli Esteri Frattini), il Segretario generale Alta Gamma Armando Branchimi, Edoardo Francesco Mazzilli della direzione centrale Antifrode, Giovanni De Roma, Comandante della GdF di Bergamo e Cosimo Piccinno, Comandante dei NAS.
Nel suo intervento, Bonomi ha rilevato la necessità di promuovere, anche nel nostro Paese, la conoscenza della realtà della meccanica prodotta nel nostro Paese. "All'estero lo sanno che siamo bravi, altrimenti non acquisterebbero mai i nostri prodotti - dichiarato nel suo intervento -. In Italia c'è molto da fare ancora per identificare la meccanica come il meglio del made in Italy, al pari delle nostre eccellenze nell'alimentare, nella moda e nel design".

Sandro BonomiGrande assente il mercato nazionale. Per il Presidente di ANIMA, il grande assente negli ultimi vent'anni dell'economia italiana, e in particolare della manifattura meccanica, è il mercato nazionale. "Mai come in questo periodo le nostre produzioni hanno sofferto la competitività di aziende e prodotti da paesi molto lontani dal nostro. A questa invasione di prodotti a basso prezzo non ha fatto da contraltare alcuna politica di valorizzazione delle nostre tecnologie agli occhi degli acquirenti italiani, a partire dai responsabili della pubblica amministrazione, degli enti pubblici, delle aziende dello Stato".
Bonomi ha quindi ricordato che il Parlamento Europeo ha approvato lo scorso 21 ottobre a Strasburgo, con 525 voti a favore, 44 contrari e 49 astenuti, la proposta di Regolamento sull'etichettatura di origine obbligatoria dei prodotti importati da paesi terzi (noto come Regolamento "Made In"). "E' stata una buona, grande, prova di quel lavoro di squadra che le istituzioni, le imprese e la politica dovrebbero riuscire a fare sempre".

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