Gli strumenti di cucina? Sono in viaggio

Il 2015 è l'anno export per le aziende italiane produttrici degli strumenti di cottura e di cucina.

15 set 2016

Il 2015 è l'anno export per le aziende italiane produttrici degli strumenti di cottura e di cucina.

Fiac, l'associazione federata ad ANIMA/Confindustria, che rappresenta i casalinghi italiani, ha analizzato il trend di produzione ed esportazione.
Il settore produce circa 865 milioni di euro di manufatti occupando 3.895 addetti.
Secondo il consuntivo 2015, i prodotti sono stati richiesti dall'estero per un +1,3%. Anche le previsioni 2016 tendono a indicare un aumento.
«Le aziende italiane produttrici di casalinghi sono disseminate su buona parte del territorio nazionale, a ricordare le specificità di tradizione culinaria di ogni regione. - dichiara Andrea Barazzoni, presidente Fiac - Rappresentiamo a buon diritto il Made in Italy e il "saper costruire bene", caratteristiche sempre più apprezzate e richieste all'estero. Soffriamo però sul mercato nazionale di dazi di importazione non adeguati alle reali differenze tra i paesi e verso l'esportazione di poca attenzione delle Istituzioni nel creare un "sistema Italia" capace di esportare i propri valori, le proprie specificità e la propria qualità».
Il primo paese export del settore risulta essere la Germania che nel 2015 ha messo a segno un +24,9% totalizzando un quinto dell'intero valore export.

Il 66% del fatturato complessivo viene richiesto fuori Italia, in prevalenza verso la UE28 e gli Stati uniti, terzo paese export per i casalinghi che hanno vissuto un incremento del 37,8% tra 2014 e 2015.
Gli investimenti nel settore destinati allo sviluppo del design e della tecnologia sono in costante aumento, pari a circa 10 milioni di euro.




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