India: mercato potenziale per la meccanica al 2030

Nel 2016 l'export italiano di meccanica varia a 277 milioni di euro

28 mar 2017

Il 27 marzo Anima ha organizzato un evento per parlare dell'evoluzione del mercato indiano, entrare in contatto con le istituzioni e partecipare a incontri B2B con gli imprenditori.

L'Ufficio studi Anima ha fotografato gli scambi commerciali tra l'Italia e l'India dal 2011 al 2016. Le tecnologie della meccanica italiana hanno conosciuto un forte calo passando dai 478 milioni di euro nel 2011 ai 247 milioni di euro nel 2014. Il 2015 ha visto un incremento dell'export italiano verso l'India (314 milioni di euro), ma già l'anno scorso ha segnato una leggera flessione toccando i 277 milioni di euro (-12%). I prodotti italiani più ricercati sono le valvole, che nel 2016 hanno subito un calo a doppia cifra (-49%) perdendo 45 milioni di euro rispetto all'anno precedente. Sono state esportare le pompe italiane per un valore di 55 milioni di euro, pari a un +30% rispetto al 2015. Buono anche il risultato dei macchinari da costruzione che segnano un +46%, che equivale a 34 milioni di euro.



«Un mercato come quello indiano presenta grandi potenzialità», dichiara Carlo Banfi, vicepresidente Anima con delega all'internazionalizzazione. «Ma oggi richiede ancora poca meccanica italiana rispetto a quanta ne avrebbe bisogno. L'eccellenza delle nostre lavorazioni meccaniche è già molto apprezzata, ma sarà effettivamente scelta in larga misura nel giro dei prossimi 5-10 anni. L'India conta più del doppio degli abitanti d'Europa ed è giovane sotto molti aspetti, basti pensare all'indipendenza ottenuta 70 anni fa. È una nuova frontiera per la meccanica di Anima da affrontare correttamente. Possiamo paragonare la situazione dell'India oggi a come ci appariva la Cina 20 anni fa, complessa, articolata e lontana. Se pensiamo al ruolo e alle dimensioni industriali che la Cina rappresenta per il nostro export (quasi 900 milioni di euro di meccanica varia esportata, in costante crescita anno su anno) capiamo immediatamente il tipo di opportunità che si presenta in India alle nostre aziende da qui al 2030», conclude Banfi.

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