La chimica ha un nuovo Presidente

Cesare Puccioni eletto alla presidenza di Federchimica in sostituzione di Giorgio Squinzi, chiamato a Bruxelles per guidare la federazione europea dell'industria chimica.

28 giu 2011

Redazione economia

Nell'Anno internazionale della chimica proclamato dall'ONU, la Federazione di settore, Federchimica, ha eletto un nuovo presidente: si tratta di Cesare Puccioni (nella foto), 66 anni, Presidente della Puccioni Spa, società che dal 1888 produce fertilizzanti. Succede a Giorgio Squinzi di Mapei, che lascia la poltrona dopo sei mandati non consecutivi, essendo statao chiamato a Bruxelles a presiedere la federazione europea dell'industria chimica, il Cefic, primo italiano nell'ultimo quarto di secolo.

"Per l'Italia la chimica è un laboratorio di cosa si può fare di meglio e di più - ha dichiarato Puccioni – Sono più di 800 le imprese che fanno innovazione con attività di ricerca e siamo secondi solo alla Germania. La chimica, dal canto suo, offre sempre nuove sfide di collaborazione tra Impresa, Istituzioni e Ricerca pubblica: oggi quella che più si impone è la chimica sostenibile, ad esempio quella da fonti rinnovabili, sulla quale il sistema industriale italiano si sta impegnando con progetti di rilevanza mondiale".

Scenario economico. Dopo aver chiuso il 2010 con una crescita significativa (+8% in volume) che ha portato il valore della produzione a 52,6 miliardi di euro, l'industria chimica in Italia sta affrontando un 2011 meno dinamico e caratterizzato da forti tensioni sui costi delle materie prime, con prezzi che quasi sempre hanno già superato i picchi del 2008. Lo sviluppo è sostenuto in Italia soprattutto dalla domanda estera, mentre – nella media dei settori – la domanda interna è stagnante ormai da molti mesi, dopo il recupero dovuto alla normalizzazione delle scorte. La performance dell'export appare positiva con un +18.4% in valore e + 9.5% in volume rispetto al 2010. Un dato confortante in termini assoluti e soprattutto se confrontata con il risultato medio degli altri settori italiani, rispetto ai quali la chimica si dimostra in grado di esportare tecnologia.

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