La finitura italiana nella Top-7 al mondo

Il libro bianco del settore prende in esame più di 200 aziende

03 mag 2018

c.f.

Articolo pubblicato su L'Industria Meccanica n. 714.

Spendereste un migliaio di euro per un frigorifero in stile anni '50 color lamiera? Probabilmente no. Ma se la sua superficie fosse di un rosso acceso? E il guscio in alluminio di un computer portatile (magari di quelli con la melina luminosa), sarebbe lo stesso se, toccandolo, lo trovassimo lucido come la plastica, invece che satinato?
Il trattamento delle superfici metalliche ha questa particolarità: offre a un prodotto la capacità di generare un'esperienza estetica nei suoi fruitori, e con essa di acquistare nuovo valore. E c'è di più. Il valore non è solo percettivo, ma efficace.

Pensiamo, per esempio, all'idrofobicità dei cristalli delle automobili, o al risparmio dovuto al trattamento anticorrosivo delle carrozze dei treni, nella verniciatura e nel pretrattamento dei materiali.
È il principio del buon design insomma: armonia ma al servizio della funzionalità.

L'Italia in questo ha una particolarità: l'industria della finitura è fra le prime sette a livello mondiale. Il quadro completo emerge dalla nuova edizione, appena pubblicata, del Libro bianco a firma delle associazioni Ucif e Poliefun, e con il comitato scientifico coordinato dell'Ufficio studi Anima.

Delinea i tratti essenziali di tutte le aziende italiane del comparto. Il campione è composto da più di 200 imprese, con una copertura doppia rispetto alla survey precedente. L'analisi ha consentito di disaggregare le singole determinanti (economica, patrimoniale e finanziaria) che ne segnalano lo stato di salute. L'Italia è il settimo esportatore mondiale di impianti di finitura e vanta anche la quarta posizione nella bilancia commerciale con l'estero di settore.
È un settore, quello della finitura, che va incontro anche a nuove sfide.

A partire dalla ricerca di materiali sempre più innovativi e dal basso impatto ambientale, sia in termini di smaltimento sia di consumo durante i processi. Fino alle applicazioni in ottica 4.0 implementate dalle aziende del comparto, come la digitalizzazione della documentazione o delle informazioni di utilizzo degli impianti volte a una serie di funzionalità importanti: riordino automatico delle materie prime, manutenzione predittiva, integrazione dei sistemi informativi a monte e a valle della filiera.

L'anno 2017 si prevede chiuda in positivo. Il valore della produzione è nettamente cresciuto rispetto al 2016 (+8,3%) e per il 2018 si prevede un valore di produzione in ulteriore crescita (+3,8%). Le esportazioni sono aumentate (+8,7%) rispetto al 2016 e si prevedono in crescita anche nel corso del 2018 (+5,4%) nonostante un mercato importante come quello russo, negli ultimi anni sia diventato molto meno accessibile a causa delle sanzioni economiche internazionali.

L'occupazione nel 2017 è rimasta invariata e si prevede rimarrà stabile anche nel corso del 2018. Nel complesso per il 2018 resiste un certo ottimismo, confermato anche dalle previsioni sugli investimenti che sono già aumentati nel 2017 (+14,3%) trainati soprattutto dai provvedimenti che riguardano l'innovazione costituita da "Industria 4.0" e, in ragione di ciò, si prevede possano aumentare ulteriormente nel corso del 2018 (+10,9%).

Industria varia, Industria, UCIF