Lucchini Rs Spa: equipaggiamo tra l'80 e il 90% dell'alta velocità ferroviaria cinese

Intervista ad Augusto Mensi, AD Lucchini RS Spa

28 ott 2016

g.p.

Fondato prima ancora dell'Unità d'Italia, nel 1856, lo stabilimento produttivo di Lovere, oggi controllato da Lucchini RS Spa, ha il suo core business nei prodotti siderurgici per il ferroviario. Sotto controllo statale tra gli anni '30 e '90, dal 2000 ha cominciato ad espandersi con acquisizioni in Inghilterra e Svezia, seguite da un progetto greenfield in Polonia, mantenendo però la fabbricazione a caldo a Lovere. «L'export sta acquisendo sempre più importanza. Basti pensare che in Italia, quando una quindicina di anni fa eravamo focalizzati quasi solo sulle Ferrovie di Stato, producevamo 60/70.000 ruote all'anno. Oggi arriviamo a più di 200.000. Riuscire ad espandere così la propria produzione significa sviluppare i mercati esteri» spiega Augusto Mensi, Ad dell'azienda.

La destinazione più importante è la Cina: l'export verso Pechino produce circa il 15% del fatturato consolidato. «Qui abbiamo creato uno stabilimento in JV che rappresenta il più grande produttore al mondo di sale montate per alta velocità. Con le ruote forgiate a Lovere equipaggiamo tra l'80 e il 90% della flotta AV cinese, la più grande al mondo». Si esporta parecchio anche in Sudafrica, con un andamento di anno in anno abbastanza variabile, ma che si aggira attorno al 3% del fatturato. «Qui forniamo soprattutto materiale per carri speciali che trasportano ferro e carbone». È molto forte anche la presenza in Uk, motivo per cui la Brexit desta particolare preoccupazione. «Ancora non sappiamo fare previsioni, ma ci auguriamo che non avvenga una hard brexit. Certo, l'instabilità non è mai utile all'economia». Si punta invece all'espansione in Iran «In medio oriente ci siamo già: Arabia Saudita, Emirati Arabi e Israele. Stiamo discutendo anche la possibilità di localizzare nel Middle East. Altra area effervescente è l'India, che sul fronte ferroviario sta facendo passi importanti». Ormai la tendenza, spiega Mensi, è che una parte del lavoro venga svolto nel Paese di destinazione, quando ci sono commesse pubbliche.

Per quanto riguarda il rapporto con Asme (American Society of Mechanical Engineering) «Ottenere la certificazione è stato utile, perché il sistema è stringente e pragmatico. Abbiamo imparato molto nonostante avessimo già sistemi di certificazione: si tratta di un significativo valore aggiunto» conclude Mensi.

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