Rifiuti elettronici: la nuova sfida chiamata Open Scope

Produttori e Importatori, cosa cambia

22 mag 2017

Sabrina Suardi – Gruppo Safe

Articolo pubblicato su L'Industria Meccanica n. 708

Quanto tempo passa dall'ultimo acquisto prima che il nostro smartphone, la nostra lavastoviglie, il nostro computer vengano superati dai nuovi fiammanti modelli? L'incessante progresso tecnologico ha permesso da una parte lo sviluppo di prodotti sempre più all'avanguardia e dall'altra la loro sempre più rapida obsolescenza.

Nell'ultimo decennio in Europa l'aumento esponenziale della quantità di rifiuti tecnologici prodotti, la presenza di componenti pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche e l'insufficiente tasso di riciclo hanno sollevato gravi problemi nella gestione dei rifiuti.

Questi i principali temi ai quali si è tentato di rispondere attraverso le Direttive 2002/96/CE e 2012/19/UE recepite nell'Ordinamento nazionale prima mediante il Decreto legislativo 25 luglio 2005, n. 151 e da ultimo mediante il Decreto legislativo 14 marzo 2014, n. 49.

La normativa richiede la partecipazione attiva di produttori e importatori

Con l'obiettivo di prevenire e limitare il conferimento indiscriminato dei Raee verso le discariche, attraverso l'implementazione di politiche volte al riuso e al riciclo, la normativa in vigore richiede una partecipazione attiva di tutti i produttori e importatori di apparecchiature elettriche ed elettroniche che si assumono, quindi, l'onere di finanziare la raccolta, il trattamento, il recupero e lo smaltimento ecologicamente corretto dei prodotti giunti a fine vita.

Il finanziamento avviene attraverso il pagamento di un Eco contributo Raee determinato sulla base dalle apparecchiature immesse sul mercato nazionale nell'anno di riferimento e fatte oggetto di dichiarazione sul Registro ufficiale del ministero dell'Ambiente (Registro Aee). L'Eco contributo potrà venire poi applicato al prodotto, aggiunto al prezzo di vendita (visible fee) o integrato nello stesso.

A giugno 2016 a tale onere si è poi addizionato, con l'entrata in vigore del tanto atteso Decreto Tariffe, il versamento di un secondo contributo – da parte dei produttori e importatori – riguardante il finanziamento delle attività di vigilanza e controllo del sistema Raee e di monitoraggio dei tassi di raccolta e degli obiettivi di recupero. La quota si compone di una parte fissa e di una variabile, quest'ultima annualmente calcolata sulla base della quota di mercato detenuta.

Quali prodotti rientrano nelle categorie previste dalla normativa Raee?
A fronte di una sempre più stringente richiesta di collaborazione da parte del legislatore, è lecito per i produttori/importatori chiedersi quali siano le apparecchiature elettriche ed elettroniche che debbano essere dichiarate. Rispondere a tale domanda non è sempre così semplice. Il Decreto Legislativo n. 49 del 2014 prevede, infatti, dieci macro-categorie alle quali appartengono altrettante sotto-categorie e spesso questo può confondere le cose:


Rientra nella definizione di Aee? Può essere assegnato a una delle categorie previste dalla normativa o fa parte delle esclusioni? Sono solo alcuni dei quesiti che è necessario porsi e ai quali sapranno rispondere i consorzi in qualità di sistemi collettivi certificati.

Sul tema è intervenuto anche il comitato di vigilanza e controllo che, con il compito di vigilare sulla corretta applicazione della normativa Raee, si è espresso circa le richieste di chiarimento provenienti dai sistemi collettivi e dai produttori, sanando i dubbi sussistenti sull'operatività della normativa rispetto a talune Aee comunemente ritenute escluse come, ad esempio, chiavette Usb, power bank, inverter e caricabatteria da trazione universali.

Nel corso degli anni la sfida al raggiungimento di obiettivi di raccolta dei Raee sempre più impegnativi, e la conseguente necessità di includere nel campo di applicazione tutte le apparecchiature usate dai consumatori e quelle a uso professionale, ha permesso un perfezionamento della normativa e uno studio più approfondito del tema.

Da agosto 2018 entrerà in vigore l'Open Scope, ambito di applicazione aperto
Una svolta in tal senso si avrà nel 2018, dal 15 agosto in particolare. Dal periodo transitorio in cui ci troviamo si passerà all'Open Scope, ambito di applicazione aperto, a partire dal quale la normativa inerente sarà applicata a tutti i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, non solo quindi, come accade oggi, a quelle espressamente elencate nelle macro-categorie, fatte salve le poche eccezioni esplicitamente previste dalla norma.

A oggi, infatti, le esclusioni riguardano solo le apparecchiature necessarie alla sicurezza nazionale (armi, munizioni e materiale bellico destinato a fini militari), le apparecchiature progettate e installate come parte di un'altra apparecchiatura esclusa e le lampade a incandescenza.

In regime di Open Scope, a queste esclusioni esplicite si sommeranno quelle relative a: apparecchiature destinate a essere inviate nello spazio, utensili industriali fissi di grandi dimensioni, installazioni fisse di grandi dimensioni, mezzi di trasporto ad eccezione di quelli elettrici a due ruote non omologati, macchine non stradali a uso esclusivo professionale, apparecchiature concepite esclusivamente a fini di ricerca e sviluppo e dispositivi medici non sterili.

Un'importante novità sia per gli operatori del settore, sia per i produttori e importatori di Aee che, a breve, non dovranno più chiedersi se la loro apparecchiatura è inclusa nel campo di applicazione della normativa, ma se – eventualmente – non lo è.

Sicurezza e ambiente, Industria, Ecoped