Rinnovare il parco carrelli: una questione di sicurezza

I motivi per cui le macchine non marcate CE andrebbero sostituite

15 mag 2017

i.n.

Articolo pubblicato su L'Industria Meccanica n. 708

I carrelli immessi sul mercato prima del 1996 (dunque non marcati CE) dovrebbero essere sostituiti da carrelli attuali. Così suggerisce Aisem, l'associazione italiana sistemi di sollevamento, elevazione e movimentazione: infatti, la legislazione sulla sicurezza dei carrelli e sulla loro sostenibilità ambientale si è evoluta, soprattutto con l'introduzione della normativa comunitaria. È del 1991 la Direttiva 86/663/CEE (marcatura "Ɛ"), mentre nel 1996 è stata introdotta la Direttiva Macchine 98/37/CE (marcatura CE). Attualmente è in vigore la Direttiva Macchine 2006/42/CE.

I carrelli di nuova generazione sono dotati degli accorgimenti di sicurezza previsti dalla norma

All'evoluzione normativa è corrisposto, negli anni, un aumento in sicurezza e prestazioni delle macchine prodotte e quindi immesse sul mercato. I carrelli di nuova generazione, infatti, sono dotati obbligatoriamente di tutti gli accorgimenti di sicurezza previsti dalla nuova norma costruttiva armonizzata UNI EN ISO 3691-1, e per questo Aisem sconsiglia di fare il controllo periodico e di continuare a usare carrelli più vecchi del 1996. In ogni caso, la manutenzione della macchina è a carico degli utilizzatori o datori di lavoro, così come un eventuale intervento di adeguamento ai requisiti di sicurezza per l'utilizzo dei carrelli in un dato contesto. È bene quindi che chi usa i carrelli si preoccupi di fare dei controlli periodici, e che compili il "libretto per la verifica", secondo le indicazioni della linea guida Ispesl.

Le innovazioni ora rese obbligatorie per la sicurezza riguardano, ad esempio, l'inserimento del freno, la prevenzione della caduta del carico, la stabilità laterale, la visibilità, la protezione del montante. Inoltre, i nuovi carrelli sono conformi alla Direttiva 97/68/CE, che ha imposto graduali riduzioni delle emissioni. E i costruttori sono stati obbligati a introdurre sistemi che limitano la rumorosità dei carrelli, secondo quanto prevedono le direttive. La legge, infatti, fissa un limite di esposizione giornaliera, e se viene superato il datore di lavoro deve prendere provvedimenti: a seconda dell'entità dell'eccedenza dal valore fissato può dover fornire delle protezioni individuali per l'udito oppure intervenire per riportare il valore dell'esposizione sotto il limite.

Anche per l'esposizione alle vibrazioni la legge prevede una soglia da non superare, stabilita in base a una esposizione di otto ore. Tra le carenze dei carrelli più vecchi c'è anche il fatto che non hanno il sedile con sospensione elastica regolabile in funzione del peso del carrellista, oggi invece obbligatorio.

Grazie alle nuove tecnologie si può ottenere un risparmio energetico del 20%

Anche guardando all'impatto ambientale i nuovi carrelli rappresentano un passo in avanti: permettono infatti più del 20% di risparmio energetico, grazie ai motori elettrici a corrente alternata, ai sistemi di recupero dell'energia in fase di frenatura, ai caricabatteria di nuova generazione e alle batterie al litio, che producono più energia e si ricaricano più in fretta.

L'adeguamento dei carrelli di recente produzione ai nuovi requisiti prevede anche una maggiore ergonomia del posto guida e il manuale di uso e manutenzione, assente per la maggior parte delle macchine prodotte prima del 1996. Infine, un carrello vecchio può aver subito da parte di chi lo ha usato modifiche diverse dalle operazioni di manutenzione previste: in questo caso la sicurezza del carrello non è più garantita.

Movimentazione e logistica, Industria