Rivoluzione 4.0: in Italia 3 aziende su 4 digitalizzeranno i propri processi entro cinque anni

I risultati dell'indagine condotta da Pwc

23 mag 2017

l.a.

Articolo pubblicato su L'Industria Meccanica n. 708

Il sistema produttivo guarda alla digitalizzazione delle operations e all'utilizzo sempre più spinto delle informazioni, sia nell'area del processo produttivo sia nello sviluppo del prodotto e del mercato. L'impatto di questi interventi è già oggi valutato come dirompente, in grado di abbattere i costi facendo lievitare nel contempo i ricavi. Questo significa 421 miliardi di dollari di risparmi e poco meno di 500 miliardi di ricavi annui aggiuntivi.

Price Waterhouse Coopers ha avviato un programma intenso dedicato all'Industria 4.0. Innanzitutto un roadshow in cinque città italiane per inquadrare l'opportunità di trasformazione delle aziende, comprenderne le implicazioni fiscali e dare una risposta concreta alle domande in merito alle modalità di applicazione del Piano di incentivazione del governo.

A seguire, con Federazione Anima e Icim, una serie di workshop formativi itineranti. Incontri di mezza giornata nei mesi di aprile, maggio e giugno che hanno l'obiettivo di condividere pratiche di successo nel massimizzare i ritorni per le aziende a seguito di investimenti in innovazione tecnologica. «Sulla scia di altri paesi manifatturieri, il governo italiano vede nell'Industry 4.0 l'opportunità per un ammodernamento dei processi produttivi di fabbrica, nonché l'occasione per dare una spinta propulsiva al Pil generato dal settore manifatturiero negli ultimi anni un po' trascurato. Le possibilità ci sono tutte come dimostra una recente survey di PwC» dice Vincenzo Grassi, partner di PwC.

I risultati emersi dall'indagine sul 4.0 condotta da PwC su un campione mondiale di 2000 imprese, di cui 100 italiane, hanno offerto indicazioni rilevanti. Anche in Italia, dove gli investimenti in questi ambiti passeranno in cinque anni dall'attuale 5,2% dei ricavi al 6,7%, le attese in termini di benefici sono rilevanti. L'81% del campione, attraverso l'implementazione di queste tecniche, si aspetta miglioramenti di efficienza superiori al 10%, per il 69% degli intervistati anche i costi si ridurranno a doppia cifra, il 57% pensa infine che le crescita dei ricavi supererà il 10%.

Dall'indagine emergono una serie di temi:

Industria 4.0 – dalle parole all'azione
Tre quarti delle aziende ipotizzano di digitalizzare fortemente i propri processi entro i prossimi cinque anni. Ci si aspetta un significativo incremento del portafoglio dei prodotti e servizi digitali e di raggiungere un livello avanzato di competenze entro il 2020.

La digitalizzazione porta miglioramenti esponenziali nelle performance
Nei prossimi cinque anni si attende un incremento medio annuo dei ricavi del 2,9% e una riduzione media dei costi del 3,6%. Se solo la metà delle aspettative si verificheranno, Industria 4.0 avrà ridisegnato profondamente il panorama competitivo e portato un cambiamento radicale nei settori coinvolti.

Migliorare la relazione digitale con i clienti
I clienti saranno al centro dei cambiamenti apportati alla catena del valore, ai prodotti e ai servizi e molti degli intervistati affermano che utilizzeranno appositi strumenti di data analytics. Anche nel B2B le aziende dovranno interrogarsi sui bisogni del cliente finale e adattare a esso i propri prodotti.

Focus sulle persone e sulla cultura per guidare la trasformazione
La sfida principale non sarà legata alla tecnologia, ma alla mancanza di cultura e abilità digitale nelle proprie organizzazioni. Sarà fondamentale sviluppare una solida cultura digitale e attrarre, fidelizzare e formare specialisti digitali.

Data analytics e digital trust alla base dell'Industria 4.0
Le aziende pioniere hanno già iniziato a utilizzare i data analytics come guida nel processo decisionale. Inoltre, maggiore è l'espansione dell'ecosistema digitale, maggiore risulta essere l'importanza di stabilire la "fiducia digitale". Solidi sistemi di risk management e di data integrity possono aiutare le aziende a evitare rischi legati alla sicurezza dei dati.

«Le domande più ricorrenti da parte delle aziende che incontriamo riguardano gli investimenti che possono rientrare nel 4.0», continua Vincenzo Grassi. «L'interpretazione della norma è estensiva. Il governo vuole includere quante più innovazioni possibili purché migliorino l'efficienza del sistema produttivo. Ci sono due allegati al decreto del governo. L'allegato A fa riferimento agli investimenti in hardware (impianti e macchine che favoriscono l'interconnettività) esplicitando quali sono quelli che rientrano in 4.0. L'allegato B fa riferimento al software (piattaforme e sistemi che regolano le attività del processo manifatturiero). Non è complicato accedere agli incentivi. Come renderli efficienti nell'ambito dei processi della fabbrica generando ricadute positive su tutto l'indotto è il tema principale. Lo stimolo fiscale può diventare un beneficio per il Pil manifatturiero», chiude Grassi.

Anima tirerà le fila del lavoro con PwC e Icim il prossimo 11 luglio all'assemblea generale dei soci Anima sul tema innovazione e 4.0.

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