Contraffatti sono poco sicuri

Anche la meccanica sotto il tiro dei falsari: il Presidente di ANIMA Sandro Bonomi lancia l'allarme durante gli Stati Generali per la lotta alla contraffazione. Più controlli e sanzioni per tutelare il made in Italy dalla concorrenza sleale di competitor occulti.

19 nov 2012

La contraffazione non riguarda solo copie pirata di film e CD, borse e capi di alta moda. Anche rubinetti, componenti meccanici e ricambi sempre più spesso vengono prodotti e messi in commercio da falsari, talvolta con gravi rischi per la sicurezza e l'incolumità dei cittadini. A lanciare l'allarme, oggi a Milano, gli Stati Generali per la lotta alla contraffazione, manifestazione indetta dal Consiglio Nazionale Anticontraffazione (CNAC) alla quale è intervenuto anche il Presidente di ANIMA Sandro Bonomi.

L'industria della meccanica varia ha investito in Italia, nonostante la crisi, 5 miliardi di euro negli ultimi cinque anni - ha esordito Bonomi -. Investimenti messi a rischio, oltre che dalla difficile congiuntura economica, anche dalla piaga della contraffazione del Made in Italy, con alcune peculiarità specifiche che interessano il settore.

"Per la meccanica - ha sottolineato il Presidente di ANIMA - le forme più dannose di questo fenomeno sono rappresentate dall'elusione delle norme di conformità richieste dalle Direttive Comunitarie di prodotto, le marcature CE rilasciate da organismi notificati poco scrupolosi e quelle fasulle. In questo caso il 'falso' coinvolge tutte le produzioni meccaniche con gravi rischi per la sicurezza degli operatori e del personale coinvolto nella produzione".

"Siamo di fronte a un competitor occulto che ruba quote di mercato alle nostre imprese e, al contempo, scredita il buon nome delle nostre aziende nel momento in cui il prodotto provoca un danno, si deteriora, si rompe". Danni che possono essere ingenti: "Pensate ai rischi che comporta il malfunzionamento di una piccola parte meccanica all'interno di sistemi estremamente sofisticati e complessi come, ad esempio, gli impianti petrolchimici, le grandi opere come il MOSE a Venezia, gli acquedotti e gli impianti del gas in ogni città, fino ad arrivare alle infrastrutture, piccole o grandi che siano, dove sono presenti parti, componenti o tecnologie meccaniche articolate".

Un altro tipo di contraffazione, non meno grave, riguarda i materiali a contatto con l'acqua potabile o con gli alimenti, come rubinetteria, macchine per la lavorazione alimentare, utensili da cucina e pentole. Questi prodotti devono essere costruiti con materiali idonei e approvati per il contatto alimentare: "La presenza sul mercato comunitario di prodotti venduti a prezzi incredibilmente bassi - rileva Bonomi - fa nascere il forte sospetto che la materia prima e i processi usati per la loro costruzione possano non essere quelli adatti alla salvaguardia del consumatore e dell'utente finale".

Bonomi ha anche elencato una serie di contromisure da adottare, a partire da un più incisivo controllo di mercato, che renda credibile la marcatura CE, così come auspicato dal "New legislative framework for marketing of products".

"I prodotti meccanici non conformi sono i più facili da individuare sugli scaffali dei distributori o all'interno delle offerte commerciali B2B - ha spiegato Bonomi - Sono infatti prodotti anonimi, costano meno della metà della media degli altri e l'aspetto, non solo degli oggetti ma anche degli involucri, del packaging, della manualistica stessa, tradisce la loro origine, proprio perché lo stile Made in Italy lo trasferiscono anche i nostri prodotti meccanici nei quali il gusto italiano è sempre presente". Il servizio di controllo, che dovrebbe avere anche rappresentanti dei produttori, potrebbe tranquillamente autofinanziarsi attraverso le sanzioni, che andrebbero commisurate al danno provocato.

"Se in questi ultimi 5 anni di crisi le nostre imprese sono state in grado di investire 5 miliardi, ritengo che con un controllo di mercato adeguato l'operazione di 'pulizia' dal falso nel mercato italiano porterebbe i nostri produttori almeno a raddoppiare gli investimenti ed arrivare a 10 Miliardi nei 5 anni successivi all'attivazione di un servizio di tutela di questo tipo", ha concluso Bonomi.

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