Il Governo, l'efficienza e l'energia

Dalle prime dichiarazioni del nuovo esecutivo emerge una priorità verso reti e infrastrutture, senza dimenticare gli incentivi alle rinnovabili, che entro l'anno saranno sottoposti a revisione.

23 nov 2011

Il nuovo esecutivo guidato da Mario Monti ha scelto un basso profilo di comunicazione, evitando dichiarazioni estemporanee, la partecipazione a talk-show e riducendo al minimo anticipazioni e rumors.

Dalle prime dichiarazioni in Parlamento emerge comunque un'attenzione ai temi dell'energia e dei servizi pubblici. Nel corso del discorso programmatico, il Presidente del Consiglio ha infatti annunciato la volontà di "ridurre le sovrapposizioni tra i livelli decisionali e favorire la gestione integrata dei servizi per gli enti locali di minori dimensioni". In tema di servizi pubblici, Monti ritiene necessario: "rimuovere gli ostacoli strutturali alla crescita affrontando resistenze e chiusure corporative", oltre alla volontà di "accrescere la qualità dei servizi pubblici nel quadro di una azione volta a ridurre il deficit di concorrenza a livello locale".

Dopo una esternazione sul nucleare fatta durante una trasmissione radiofonica, seguita dal solito corollario di polemiche e smentite, il Ministro dell'Ambiente Corrado Clini ha spiegato alla Commissione Ambiente del Senato la sua visione sul riordino degli incentivi alle rinnovabili. In primo luogo l'urgenza di rivedere il sistema, tema da affrontare e risolvere entro fine anno perseguendo: "il consolidamento degli investimenti in innovazione tecnologica con l'aumento della quota di energia elettrica e anche termica da rinnovabili".

il Ministro ha poi sottolineato la necessità di "riorientare il sistema per generare valore aggiunto non solo in termini di presenza delle imprese italiane ma anche per far sì che queste possano avere un ruolo nella competizione internazionale". Secondo il neoministro, per lunghi anni alla guida del dicastero come Direttore generale, il sistema incentivante per le fonti rinnovabili "ha avuto come effetto principale quello di far diventare rapidamente l'Italia il più importante mercato europeo generando occupazione, pur senza effetti significativi per le attività produttive". In tema di efficienza energetica, andrebbe applicato un piano legato alla valorizzazione tecnologica: "Abbiamo campioni nazionali in questa area e dobbiamo fare in modo che la loro capacità di produzione e innovazione sia rafforzata".

Una posizione, quest'ultima, condivisa da ANIMA che proprio in un convegno tenutosi a Roma l'8 novembre scorso ha presentato il Manifesto delle Rinnovabili termiche, articolato in cinque punti. In quell'occasione, il Presidente di ANIMA Sandro Bonomi aveva ricordato che le le rinnovabili termiche costano meno del fotovoltaico, importato al 90%: "Le rinnovabili termiche sono prodotte al 90% su territorio italiano e in 10 anni fanno risparmiare 29 Mega Tep di combustibili fossili, 75 Milioni di tonnellate di CO2 oltre a creare più di 160mila nuovi posti di lavoro e, potenzialmente, ottenere un vantaggio economico stimato in almeno 4 miliardi di euro".

Energia, Edilizia, Politica, Sandro Bonomi, Mario Monti, Corrado Clini