Inglese nelle aziende: nel manifatturiero la conoscenza è debole

Secondo i dati dell'Ef Epi-c il livello medio è B1

13 feb 2017

i.n.


I dipendenti del settore manifatturiero non hanno una buona padronanza della lingua inglese. Lo rivela dell'Ef Epi-c, English proficiency index for companies, un indice che fornisce una valutazione delle competenze di lingua inglese nelle aziende a livello globale. Ef corporate solutions, che si occupa di formazione linguistica aziendale, ha presentato i dati dello studio, condotto sulle aziende manifatturiere di 40 paesi, su un panel costituito da 510mila persone testate appartenenti a 2.078 aziende. Lo studio dimostra che nel mondo i lavoratori del settore manifatturiero realizzano un punteggio medio di 51,41/100: è una conoscenza della lingua inglese debole, che arriva a malapena al livello B1. Il report differenzia i risultati in base al paese di provenienza ma anche in base a sedici settori di appartenenza. I dati ottenuti sono stati tradotti in un punteggio (punteggio EPI-c) indice del livello di conoscenza linguistica, che va da 0 a 100 e denota, secondo il quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue (Cefr), sei livelli.

La nuova rivoluzione industriale, chiamata Industry 4.0, è fondata sull'interconnessione tra macchine e processi. Le aziende del settore manifatturiero di tutto il mondo si stanno adattando a questa evoluzione dei sistemi di produzione. Ma per arrivare a questo traguardo è necessario che le persone per prime siano in grado di interagire tra loro, e questo è possibile solo parlando la stessa lingua.

Nel settore manifatturiero esiste un profondo divario di competenze linguistiche a seconda della posizione lavorativa dei soggetti testati. Infatti, l'inglese dei lavoratori impiegati nella logistica e nello stoccaggio è di tipo scolastico, cioè livello A2, con un punteggio medio di 38. L'inglese è conosciuto a livello elementare anche nell'ambito produzione, contabilità e amministrazione. Invece, chi si occupa della ricerca scientifica dimostra una conoscenza di livello intermedio B1, con un punteggio di 56, il più alto del settore. I punteggi più elevati sono stati totalizzati dai reparti marketing e Pr, Hr, It così come dalla direzione, a causa della maggiore contatto con il clima di internazionalizzazione che caratterizza oggi il settore produttivo.

L'English margin report di Ef, associato a questa ricerca, mostra come l'88% dei clienti sia disposto a pagare un extra alle aziende con una competenza migliore nell'uso dell'inglese, mentre l'81% prenderebbe in considerazione la possibilità di scartare partner con una scarsa padronanza della lingua. Nel caso dell'Italia, il basso livello di conoscenza linguistica si riflette inevitabilmente anche sulla percezione delle imprese italiane all'estero: per puntare all'internazionalità è infatti necessario investire prima nella formazione linguistica dei lavoratori.

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