La meccanica 4.0: un percorso necessario

Sta davvero iniziando una quarta rivoluzione industriale? Come possono affrontarla le aziende italiane? A queste domande si è dato risposta durante una tavola rotonda moderata da Paolo Massardi di Roland Berger, nel corso dell'evento "La Meccanica italiana 4.0" organizzato da Anima/Confindustria il 5 luglio scorso a Milano

08 lug 2016

Gloria Presotto

Macchine connesse. Automazione spinta. Manutenzione predittiva. Sta davvero iniziando una quarta rivoluzione industriale? Come possono affrontarla le aziende italiane? A queste domande si è dato risposta durante una tavola rotonda moderata da Paolo Massardi di Roland Berger, nel corso dell'evento "La Meccanica italiana 4.0" organizzato da Anima/Confindustria il 5 luglio scorso a Milano.

Per qualcuno "la rivoluzione" è già cominciata da tempo. Come spiega Giuseppe Zampini, Ceo di Ansaldo Energia, quella del 4.0 è una realtà con cui la sua azienda si confronta da diversi anni. Talvolta anche per esigenze diverse da quelle più strettamente "tecniche". Un esempio? L'ideazione di un caschetto virtuale, con un occhio meccanico tramite cui comunicare e ricevere dati, disegni e informazioni, è stata dettata dalla necessità di lavorare da remoto in zone poco sicure, come il Medio Oriente durante la Primavera Araba. A sua volta, però, ha portato anche ad altri vantaggi, come l'aumento delle risorse qualificate.

Il 4.0 non è solo un obiettivo a cui tendere, dunque, ma un percorso necessario che l'azienda intraprende per migliorarsi. Lo racconta anche l'AD di Geico, Ali Reza Arabnia: per portare a zero le emissioni di Co2 e gli sprechi d'acqua, per esempio, l'impresa specializzata in verniciatura ha effettuato un Energy management su un impianto. Si tratta di un autotest continuo, che monitora il consumo energetico in modo costante per renderlo il più efficiente possibile. Un passo verso la quarta rivoluzione industriale avvenuto in modo "naturale", per raggiungere obiettivi aziendali.

Per Alessandro Riello di Aermec il 4.0 ha significato soprattutto guardare ai prodotti, che devono essere in grado di comunicare grazie a un sistema di big data. Il processo più importante? Mettere in rete le conoscenze, in un flusso che va dal manager all'operatore. Tutti gli operatori, spiega, sanno in tempo reale cosa devono fare in quel momento. Ma non solo: significa anche collegare azienda, fornitori e clienti.

Sempre di efficienza parla invece Mario Corsi, Amministratore Delegato di Abb Italia, che ha progettato un sistema di raccolta dati per monitorare e confrontare con gli standard le performance di ciascuno dei 150 mila robot installati in tutto il mondo, agendo in termini di risparmio e prevenzione del guasto.

Ma nessun comparto può considerarsi al di fuori della dinamica 4.0. Come spiega Andrea Salati Chiodini di Minerva Omega Group, anche un settore "tradizionale" come quello delle affettatrici e dei tritacarne deve confrontarsi con le nuove esigenze. Motivo per cui da fine 2014, per controllare meglio la vita della macchina, sono state adottate delle schede e degli spin off tramite i quali monitorare ogni attrezzo, anche dal punto di vista della sicurezza.

Fondamentale, in questo processo di modernizzazione, è la velocità. Per Federico Golla, Presidente e Amministratore delegato di Siemens SpA, le industrie che avranno successo saranno quelle che hanno investito in questo senso, e che lo avranno fatto prima delle altre. È per questo che un terzo degli stabilimenti Siemens, spiega, sono già stati equipaggiati in ottica 4.0. La necessità di tecnologie e competenze più avanzate, d'altronde, ha facilitato anche il fenomeno del reshoring: riportare in Italia le fabbriche dislocate all'estero.
Infine, alla velocità si aggiunge la formazione che deve cogliere i cambiamenti in modo più rapido, puntando a un sistema duale come in Germania. Se non si crea la base per le nuove professioni, infatti, non si potrà andare lontano.

Industria varia, Industria, assemblea 2016