L'Industry 4.0 si gioca sulle competenze

Intervista a Massimo Ippolito, Comau

04 lug 2016

Intervista a Massimo Ippolito, Comau Innovation manager

Quali barriere possono esserci, secondo la vostra esperienza, nella diffusione del 4.0 in Italia?
La diffusione del 4.0 in Italia risulta senz'altro influenzata da alcuni elementi, come gli investimenti e le competenze, che però non rappresentano, secondo la nostra esperienza, delle vere e proprie barriere.
Per ciò che concerne le spese che un'azienda deve sostenere, ci riferiamo soprattutto agli investimenti necessari per le applicazioni software, hardware e per le infrastrutture di rete.
Anche il tema delle competenze è estremamente rilevante. Con riguardo a una tecnologia innovativa come l'Additive Manufacturing, in particolare, è importante sottolineare che il suo utilizzo richiede un cambiamento nel modo di progettare, e quindi lo sviluppo di conoscenze specifiche anche da parte di chi la utilizza (e non solo da parte di chi la sviluppa).

Quali categorie di tecnologie vengono adottate dai vostri clienti e dagli end user? E su quali si interfacciano principalmente?
Le tecnologie adottate dai nostri clienti e dagli user sono molteplici e di diversa natura. Si rilevano, in primo luogo, le applicazioni legate all'Internet of Things e quindi – per fare un esempio – i sensori per la telemetria. Un ambito di utilizzo particolarmente rilevante è quello della robotica industriale e collaborativa. L'elenco, tuttavia, è molto più ampio e comprende: dispositivi mobili e nuove interfaccia utenti, più facili da utilizzare; Automated Guided Vehicle (AGV) e robot mobili; Big Data, con particolare riferimento ai temi della manutenzione preventiva e predittiva; Additive Manufacturing; materiali avanzati e tecnologie di relativo utilizzo.

Quali sono gli skill già presenti, e quali mancano, all'interno delle aziende italiane, per approcciarsi al 4.0?
Le aziende italiane possono contare su delle professionalità specifiche, molto avanzate, negli ambiti della progettazione meccanica, elettrica, elettronica e del software. Altre aree, quali ad esempio quelle della progettazione per Additive Manufacturing, della prognostica delle macchine, dell'analisi e dello sviluppo di big data, si stanno senz'altro sviluppando ma richiedono un percorso di miglioramento, aldilà di ambiti di eccellenza che di certo esistono già oggi.
Proprio per acquisire le competenze necessarie ad affrontare le nuove sfide tecnologiche, e non solo quelle della Industry 4.0, che un mercato in continua evoluzione richiede, Comau ha sviluppato una propria Academy che, attraverso numerosi programmi di formazione specializzata, in collaborazione con alcune tra le migliori Università, a livello internazionale, mette a disposizione la propria esperienza e le proprie competenze – anche all'esterno del perimetro aziendale – per dare un concreto contributo alla crescita delle nuove generazioni e allo sviluppo della "cultura dell'automazione" fra giovani talenti, professionisti, aziende, organizzazioni pubbliche e private. A gennaio 2017 Comau lancerà un nuovo executive Master in "Manufacturing Automation & Digital Transformation", proprio per sviluppare le skill tecniche e manageriali necessarie a progettare e gestire le soluzioni di automazione industriale più innovative.

Nel mondo della smart factory che rapporto vedete fra tecnologie industriali e tecnologie consumer?
Esiste una stretta relazione. In particolare per quel che concerne alcune particolari tecnologie come i Big Data, l'Internet of Things (con particolare riferimento ai sensori) e i dispositivi mobili (smartphone, tablet, glass etc). L'Additive Manufacturing viene coinvolto invece solo parzialmente, e cioè con riferimento alla fase di prototipazione.
Uno stretto rapporto fra tecnologie industriali e consumer si evidenzia nelle nuove frontiere delle telecomunicazioni e nella gestione dei "big data lake", nel settore delle energie rinnovabili e dei veicoli a guida automa, dove - per esempio - gli algoritmi per i veicoli consumer, che si stanno adesso sviluppando, sono simili a quelli utilizzati dagli AGV.

Quest'intervista è alla base di un'indagine svolta con il coordinamento scientifico del Prof. Giambattista Gruosso del Politecnico di Milano, che compare in un'infografica sul n.704 di Industria Meccanica.

Qui si possono leggere tutte le interviste da cui sono stati estratti i dati.

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