Sit Group: La Turchia? Rallentamenti, ma difficile trovare cause precise

Intervista a Ettore Rossi

26 ott 2016

i.n.

Sit Group è specializzata in produzione di componentistica per apparecchi di riscaldamento, con una quota export corrispondente al 78% del fatturato. «La nostra azienda è storicamente molto presente sui mercati esteri: dove c'è gas e necessità di riscaldamento noi ci siamo, anche in Paesi in crescita come Iran, Est Europa e Cina. Non ci sono quindi molte aree scoperte», dichiara Ettore Rossi, Market manager di Sit Group. Tra i Paesi export è compresa la Turchia, dove i recenti disordini socio-politici hanno causato qualche rallentamento, ma è difficile istituire correlazioni precise: «Quello turco è un mercato molto fluttuante, si verificano variazioni anche rapide. Sono effetti di breve durata, è normale in quel tipo di mercato, risulta quindi difficile dire quale evento specifico sia stato la causa», commenta Rossi. Per quanto riguarda la Brexit, gli effetti non saranno determinanti per l'azienda. Spiega infatti Rossi: «I nostri clienti sono principalmente grosse aziende multinazionali, soprattutto tedesche, ma hanno sedi anche in altri Paesi. Noi esportiamo ad esempio in Repubblica Ceca, ma per clienti tedeschi che hanno degli stabilimenti là. Per tornare all'Inghilterra, anche in quel caso l'area geografica influisce meno, perché i nostri clienti sono grossi costruttori inglesi che fanno parte di gruppi tedeschi».

In preparazione all'evento del prossimo 25 novembre in programma a Milano sul tema "Quale export per il 2017", l'Industria meccanica ha creato un SONDAGGIO ad hoc per capire quali sono i temi più interessanti dal punto di vista delle imprese.

Ecco tutte le interviste ad alcune delle aziende che hanno risposto

Industria varia, Economia, export2017