L'Italia è in prima fila nelle tecnologie per l'agroalimentare
10 set 2015
Claudio Maria Pollini
L'Italia è in prima fila nelle tecnologie per l'agroalimentare, dalle bevande agli alimenti. I consumatori finali conoscono solo i marchi d'eccellenza delle nostre produzioni (prosciutto di Parma, Parmigiano Reggiano, paste, vini, olii, conserve etc.) ma raramente sanno che a monte di tutto ciò vi è un'altra eccellenza: quella impiantistica.
Le tecnologie italiane sono apprezzate ed esportate in tutto il mondo: fra le aziende UCMA (l'associazione Costruttori Macchine per l'Industria Alimentare di ANIMA) abbiamo grandi aziende che esportano tra l'80 e il 90% della loro produzione, ma anche imprese piccole che arrivano comunque il 50 e 60%.
Il segreto di questo successo è, innanzitutto, dovuto al fatto che nel nostro paese l'amore e l'apprezzamento per il buon cibo e le buone bevande sono patrimonio genetico: già in alcune documentazioni etrusche si parla di vino e "lagane" (lasagne); i fasti dei banchetti romani sono cantati da più autori; perfino i "buglioni" (zuppe) medioevali trovano a tutt'oggi molti estimatori.
Tradizione, inventiva, capacità di trasferimento tecnologico: ecco perché siamo leader.
Ciò nonostante il fatto che la scienza ufficiale abbia elevato l'agroalimentare a livello accademico solo di recente: il primo dipartimento universitario di tecnologie alimentari è stato fondato nel 1978, laddove altre nazioni – Francia e Inghilterra ad esempio – hanno facoltà universitarie dedicate già dal ‘700 (basilari gli studi francesi sulle fermentazioni). Oggi per fortuna le cose sono cambiate, e l'università si è avvicinata all'industria: attualmente ci sono decine di dipartimenti che collaborano con le aziende.
Un altro motivo del successo italiano?
Prestare attenzione alla sicurezza igienica, quindi alla conformità e alla qualità dei materiali a contatto con alimenti e bevande. Questa, oltre che essere una garanzia dovuta al consumatore finale, è anche una sicurezza per le industrie di trasformazione.
Motivo per cui UCMA (e tutta Assofoodtec) hanno voluto e si avvalgono dell'apporto specialistico di Tifq, l'Istituto per la Qualità Igienica delle Tecnologie Alimentari.
Le nostre competenze sono poi oltremodo in linea con il tema cardine di Expo 2015: Nutrire il Pianeta. In quest'ottica alcune aziende associate hanno messo a punto piccoli impianti per la trasformazione di cereali, per l'allevamento di pollame e per la refrigerazione ideali per soddisfare i bisogni degli abitanti di villaggi sparsi in un raggio di un centinaio di chilometri.
Alimentare, Industria, ucma