Allarme sul Regolamento F-gas

Per Co.Aer le nuove disposizioni introdotte dalla proposta di revisione del Regolamento europeo su gas fluorurati ad effetto serra aumenterebbero i rischi di maggiori emissioni di HFC in atmosfera: una macchina consegnata senza carica di refrigerante non garantisce l'efficienza.

05 feb 2013

Le proposte di revisione del Regolamento per gli F-gas contribuiscono davvero alla salvaguardia ambientale? Secondo Co.Aer (Associazione dei costruttori di apparecchiature ed impianti aeraulici) le nuove disposizioni introdotte dalla proposta di revisione del Regolamento europeo n. 842/2006 su taluni gas fluorurati ad effetto serra aumenterebbero i rischi di maggiori emissioni di HFC in atmosfera. "In particolare, non si capisce il senso dell'articolo 12, – commenta Giampiero Colli, Segretario Co.Aer – che imporrebbe la vendita di apparecchiature di climatizzazione, di refrigerazione e di pompe di calore senza il refrigerante. In base all'articolo 12, la carica di refrigerante andrebbe, infatti, effettuata sul luogo dell'installazione. Per assurdo, è come se un'automobile uscisse dalla fabbrica e venisse consegnata all'acquirente senza liquido dei freni e olio del motore."

Co.Aer sottolinea un aspetto particolarmente importante, che non è stato evidentemente tenuto in considerazione dagli estensori dell'articolo 12: una macchina consegnata senza carica di refrigerante è una macchina della quale non è possibile garantire l'efficienza. Per essere garantite, le apparecchiature devono avere circuiti frigoriferi rigorosamente puliti, disossidati e privi della minima traccia di umidità, devono essere sottoposte a una serie di controlli di tenuta e, infine, caricate di gas refrigerante in maniera molto precisa, preferibilmente con attrezzature elettroniche. "Se malauguratamente venisse approvato l'articolo 12 – sottolinea Colli – le apparecchiature, una volta terminati i collaudi, dovrebbero essere svuotate del refrigerante, che verrebbe recuperato contaminato dall'olio lubrificante e quindi dovrebbe essere rigenerato, dovrebbero essere messe in leggera pressione con azoto o aria essiccati e quindi spedite in cantiere, dove un frigorista abilitato dovrebbe rifare il vuoto, caricarle di nuovo con l'esatta quantità di refrigerante, disconnettere l'apparecchiatura di carica e infine avviarle. E' evidente che tutta questa procedura comporterebbe una serie addizionale di operazioni inutili, dispendiose energeticamente, costose per il cliente e, soprattutto, pericolose per l'ambiente perché ogni collegamento e scollegamento di attrezzature in pressione comporta una, sia pur minima, fuga di gas, cosa che proprio il Regolamento europeo vorrebbe minimizzare."

A queste considerazioni se ne aggiunge un'altra: la carica di refrigerante eseguita in cantiere non potrà mai essere precisa alle poche decine di grammi, se non ai pochi grammi, come invece consentono di fare le apparecchiature elettroniche in fabbrica. Il rischio, pertanto, è che nessun produttore sia disposto a rilasciare la garanzia per il completamento eseguito da terzi di una propria apparecchiatura.

In sintesi, secondo il Co.Aer, quanto contenuto nella proposta di revisione del Regolamento F-gas comporterebbe un notevole aggravio di costi, particolarmente elevato per i piccoli impianti split utilizzati nell'edilizia residenziale, una minore affidabilità del sistema, rischi di cariche sbagliate e maggiori probabilità di fughe di refrigerante.

Edilizia, Industria, Co.Aer