Skorpion Engineering e Ungari group: gli esempi di due aziende che l'hanno messa in pratica
04 apr 2017
i.n.
Industria 4.0 è una trasformazione con cui ogni azienda deve, oggi, confrontarsi. Gli strumenti con cui farlo, però, dipendono anche dalla dimensione dell'azienda: come si concretizza questo passaggio nelle piccole e medie imprese? Skorpion Engineering è un'azienda nata negli anni 2000 che fa prototipazione rapida, ha circa 30 dipendenti e sede sia Segrate che a Torino. Italo Moriggi, il fondatore, ha raccontato l'uso che si fa nella sua azienda delle più recenti tecnologie in occasione dell'evento in tema Industria 4.0 organizzato da Api (Associazione piccole e medie industrie) il 23 marzo scorso a Milano. L'azienda, infatti, usa la tecnologia additive: «Prima si ragionava con frese, ora si stende il materiale per crescita. Si sviluppa la plastica ma anche il metallo. Con la tecnologia additiva si cambia il modo di progettare, va tutto ripensato», dichiara Moriggi. I vantaggi sono diversi: la rapidità, il risparmio rispetto all'acquisto di uno stampo, la possibilità di personalizzazione. Inoltre, il diverso modo di progettare i pezzi ne determina una diversa conformazione: vengono svuotati all'interno dalle parti che non servono, così da risultare più leggeri: secondo Moriggi, si arriva a una riduzione anche del 50% del peso.
Per quanto riguarda le applicazioni, uno dei settori è quello medicale, per il quale vengono realizzati, ad esempio, cuori in plastica sui cui viene riprodotta la patologia: saranno oggetto di studio prima di un'operazione di trapianto. Oppure, un sottile strato di plastica che ricalca l'arto in sostituzione del gesso. Altro ambito è quello della robotica: «Stiamo lavorando con Comau per una futura generazione di robot: collaborativi, sentono l'acqua presente nel corpo umano e se una persona li tocca si bloccano immediatamente. Si ha così un aumento di sicurezza», ha affermato Moriggi. Altro esempio di utilizzo dell'additive manufacturing è la produzione di stampi in silicone che possono produrre 20/30 pezzi e non richiedono grandi investimenti. In questo modo, ad esempio, si possono riprodurre pezzi di ricambio usciti di produzione.
Visual management per ottimizzare i processi
Marco Ungari invece è amministratore di Ungari Group, azienda che si occupa di carrelli elevatori e movimentazione delle merci. Da loro, racconta, viene applicato il visual management, perché tutti seguano il procedimento dell'azienda. Inoltre, i tecnici sono stati dotati di un tablet: questo strumento serve a loro per fare rapporto e ai clienti per firmare con un dispositivo grafometrico. In più, il tecnico ha a disposizione molte informazioni per risolvere i problemi di manutenzione. «Con Samsung abbiamo introdotto lavagne digitali per la formazione e dispositivi indossabili per la geolocalizzazione. Lo scopo è l'ottimizzazione dei processi e il miglioramento delle performance», ha affermato Ungari. Per quanto riguarda i carrelli tradizionali con carrellista, spiega, ormai sono interconnessi. Questo permette il fleet management, cioè vengono tenuti sotto controllo da qualsiasi dispositivo e da qualsiasi parte del mondo. «Nei magazzini ci sono veicoli senza conducenti già da decenni. La novità è che la digitalizzazione ha ridotto i costi di produzione rendendoli più accessibili», ha proseguito Ungari.
Sondaggio API: attenzione a non sottovalutare il 4.0
Secondo Giovanni Anselmi, delegato Api al tema Industria 4.0, «Le imprese stanno sottovalutando quello che sta accadendo: non hanno compreso il passaggio culturale, e così rischiano di non sopravvivere». Lo dimostra un sondaggio realizzato da Api tra le proprie aziende associate in collaborazione con Samsung Electronics Italia. Infatti, per il 42% degli intervistati Industria 4.0 rappresenta una rivoluzione che interessa tutte le aree dell'azienda; il 15% ritiene, invece, che il fenomeno implichi l'introduzione di nuove tecnologie come il Wi-Fi, la posta in mobilità e lo smart working. Per il 25%, infine, Industria 4.0 significa evoluzione tecnologica delle aree produttive che generano valore per il cliente, mentre il 18% dichiara di non sapere esattamente come definirla. Il 29% degli intervistati ritiene inoltre che il maggiore ostacolo nel fare Industria 4.0 sia la poca chiarezza sugli interventi da effettuare a livello aziendale, mentre per il 24% degli imprenditori il maggiore limite risiede negli investimenti. Superare queste difficoltà è, tuttavia, necessario. Afferma Anselmi: «Industria 4.0 significa costare meno per vendere a prezzi più bassi. Chi non lo farà uscirà dal mercato. L'ultima tecnologia è necessaria, altrimenti si subisce la concorrenza di chi sceglie di adeguarsi all'innovazione».
Nella foto in alto: Italo Moriggi, fondatore di Skorpion Engineering
Nella foto in basso: Marco Ungari, amministratore di Ungari Group
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