ANIMA per l'Italia

In occasione dell'Assemblea 2012, il presidente Sandro Bonomi ha presentato un manifesto per il sostegno alle aziende della meccanica e lo sviluppo del Paese, intitolato "ANIMA per l'Italia". Tredici punti per un rilancio del settore manifatturiero e, con esso, dell'intera economia.

10 ott 2012

In occasione dell'Assemblea 2012, il presidente Sandro Bonomi ha presentato un manifesto per il sostegno alle aziende della meccanica e lo sviluppo del Paese, intitolato "ANIMA per l'Italia". Tredici punti per un rilancio del settore manifatturiero e, con esso, dell'intera economia.

"Le nostre aziende, mediamente, tengono solo grazie alle esportazioni - ha ricordato Bonomi -. L'Italia del lavoro, degli investimenti, dei consumi è, ancora, ferma. Per aiutare il Paese a ripartire ritengo sia necessario mettere in campo la volontà, la forza e la determinazione di ognuno di noi, cittadini, imprese, parti sociali, enti e Istituzioni.

Il manifesto elaborato dalla Federazione della meccanica varia si articola in 13 punti:

1) Il percorso per uscire dalla crisi passa necessariamente attraverso le eccellenze italiane. E la manifattura meccanica è una di queste eccellenze, da cui il nostro Paese può e deve partire.

2) Per crescere in modo concreto, stabile e duraturo occorre attivare maggiori sinergie operative tra Istituzioni, Rappresentanze di settore, Enti di normazione e Pubblica Amministrazione affinché siano rese più efficienti le strutture e le infrastrutture del sistema Italia. Un esempio? Fare in modo che qualsiasi adeguamento alle normative di sicurezza previste, per qualunque tipo di impianto, prodotto o macchinario preveda vincoli minimi di efficienza e innovazione nel momento in cui si renda necessario cambiare o modificare le tecnologie prese in esame.

3) Per creare occupazione, la manifattura ha bisogno di personale specializzato difficile da reperire e prezioso da tenere. Occorre costruire un legame funzionale e virtuoso tra mondo dell'istruzione e industria.

4) Abbiamo la responsabilità morale di consegnare ai nostri figli un mondo vivibile, almeno quanto lo abbiamo ricevuto dai nostri padri e madri. I contributi che possiamo dare per favorire lo sviluppo e la crescita del Paese sono tratti dall'esperienza quotidiana e dalle richieste del mercato globale in cui operiamo.

5) Su efficienza energetica e sviluppo delle rinnovabili termiche occorre basare lo sviluppo di una Politica industriale nazionale. Da decenni, numerose eccellenze industriali che producono nel nostro paese esportano le tecnologie più efficienti verso i mercati più virtuosi dal punto di vista ambientale, mentre in Italia i nostri prodotti perdono quote di mercato nei confronti di tecnologie obsolete, che aumentano i livelli di CO2 anziché contenerli e che presentano costi di manutenzione molto alti lungo l'intero ciclo di vita del prodotto.

6) Mancano i decreti attuativi sulle Rinnovabili termiche e l'efficienza energetica, così come sul Conto energia termico, che dovevano essere emanati a luglio 2011. Le detrazioni del 55% sono state prorogate solo fino a giugno 2013, poca cosa rispetto al supporto di medio-lungo termine necessario per poter avviare investimenti negli stabilimenti italiani.

7) Serve una politica industriale a tutela e promozione della filiera del made in Italy, anche in Italia. Potremmo beneficiare tutti di un punto d'incontro stabile tra main contractor e filiera italiana di settore. Oltre il 57% delle vendite di meccanica varia proviene dall'export. Occorre fornire un supporto all'internazionalizzazione delle imprese della meccanica, sia riuscendo a fare sistema con l'intera filiera anziché presentarsi come singoli fornitori di prodotti, sia ottenendo, dal punto di vista fiscale, un alleggerimento delle imposizioni per le produzioni all'estero legate al cosiddetto "local content", procedura ormai standard per l'acquisizione di commesse all'estero.

8) Partire dalle eccellenze per trainare l'intera filiera. Si potrebbe abbassare il carico fiscale delle imprese premiando le imprese eccellenti e solo quelle. Premiando chi crea valore sul territorio nazionale a partire dal mantenimento e dalla creazione di occupazione. Ad esempio, le aziende che negli ultimi 3 anni non hanno licenziato potrebbero ottenere uno sgravio dell'1% sull'imponibile complessivo; quelle che hanno assunto under 25 e over 45 in percentuale pari almeno al 3% del personale complessivo, possano aver diritto a uno sgravio dell'1% sull'imponibile complessivo; se soddisfatti i punti precedenti le aziende abbiano un ulteriore 0,5% di detrazione.

10) Far ripartire il mercato interno, vero tallone d'Achille delle nostre imprese. L'introduzione di vincoli minimi di efficienza, risparmio energetico ed utilizzo di energie rinnovabili in caso di sostituzione e manutenzione impianti o del loro adeguamento a normative generali sulla sicurezza, come nel caso delle norme UNI, può rappresentare un ulteriore elemento di sviluppo della domanda di tecnologie in cui siamo leader. Procedere a un rinnovo tecnologico, in questo senso, consente maggior efficienza, minori costi per le aziende e minor esposizione complessiva della Nazione verso i fornitori esteri di energia. Sempre sul fronte del mercato interno sarebbe auspicabile dare vita a formule finanziarie innovative per sostenere l'impatto dell'applicazione della Direttiva sui pagamenti a 30 giorni che sarà applicata a partire dal 1 gennaio 2013. Per esempio, forme di Buyer's Credit per assicurare continuità di azione alla filiera materie prime-produttore-cliente in modo da evitare "blocchi" nei primi mesi di applicazione del nuovo regime di pagamenti. Il rischio è, infatti, che una parte della filiera si trovi a dover anticipare la liquidità necessaria per l'intera filiera, con i rischi conseguenti che possiamo tutti ben immaginare.

11) Eliminazione della burocrazia in eccesso e diminuzione degli enti e soggetti coinvolti nelle infrastrutture legate ad Acqua, Gas, Energia.

12) Applicazione della legge sugli appalti contro la logica del massimo ribasso, perché questa va a scapito di sicurezza, efficienza e costi se calcolati lungo l'intero ciclo di vita del prodotto.

13) Costo dell'energia a livelli europei. Il maggior onere rappresenta un gap che ci vede partire sempre e comunque svantaggiati nei confronti dei nostri competitor. Senza intervenire pesantemente sull'attuale impianto normativo, potrebbero essere operate alcune deroghe che potrebbero generare un impatto positivo su più fronti moltiplicando gli effetti positivi su diversi comparti. Ad esempio potrebbero essere ipotizzate tariffe ad hoc per alcune tecnologie estremamente competitive in modo da favorirne l'adozione in Italia, come nel caso delle pompe di calore. In generale, in ogni caso, potrebbe essere applicata una tariffazione diversificata per fasce di utilizzo, comparti e territori, dedicata alle aziende dedite alla trasformazione dei prodotti.

Energia, Edilizia, Alimentare, Movimentazione e logistica, Sicurezza e ambiente, Industria varia, Economia, Assemblea ANIMA 2012