Bonomi: "Possiamo investire, ma incentivi stabili"

Politica e Industria si confrontano l'8 novembre a Roma in un convegno in programma alla Camera dei Deputati. Per il Presidente di ANIMA, le aziende del settore hanno già investito 1,1 miliardi di euro negli ultimi cinque anni, ma si potrebbe raddoppiare questa cifra.

02 nov 2011

"Fonti rinnovabili termiche ed efficienza energetica: le scelte del Parlamento" è il tema del convegno, organizzato dalla Federazione ANIMA a Roma martedì prossimo, 8 novembre, per fare il punto della situazione in prossimità del decreto Sviluppo e ancora in attesa dei decreti attuativi del cosiddetto Decreto Rinnovabili di maggio. Al convegno interverranno, fra gli altri, l'On. Stefano Saglia, Sottosegretario allo Sviluppo Economico, i Senatori Cursi, Fioroni, Fluttero, Giaretta, Stradiotto, e gli Onorevoli Bernardo, Lulli, Torazzi, Tortoli, Vignali; i Presidenti delle associazioni Assotermica (Paola Ferroli), Co.Aer (Bruno Bellò), Italcogen (Rudi Stella) e Climgas (Paolo Colaiemma); il Presidente della Federazione Sandro Bonomi.

Secondo il Presidente di ANIMA. le aziende del settore in cinque anni hanno già investito 1,1 miliardi di euro in Italia, ma si può fare di più. "Siamo pronti a raddoppiare questa cifra, anche ad aumentarla, a condizione di avere un sistema di incentivazione stabile per le rinnovabili termiche nei prossimi dieci anni - spiega Bonomi - Da tempo abbiamo proposto misure di incentivazione allineate al contributo medio ricevuto in questi anni introducendo la variabile della stabilità temporale, fattore critico di successo per qualunque industria"

Basterebbe incentivare le rinnovabili termiche con 1,2 miliardi di euro all'anno per 10 anni, come chiede da tempo ANIMA, un investimento che si potrebbe ammortizzare attraverso un ritorno fiscale stimato in circa 4 miliardi di euro nell'arco di 4 anni. "Il tessuto imprenditoriale nazionale del settore dimostra già di avere caratteristiche ad alto valore aggiunto, ora ha bisogno non solo di creare nuovi occupati ma di mantenere i suoi attuali addetti", aggiunge Bonomi.

C'è chi in Europa ha seguito questa strada: nel Regno Unito e in Olanda in due anni sono stati installati impianti ad alta efficienza, come le caldaie a condensazione, nel 95% delle abitazioni, utilizzando un sistema di incentivazione stabile. Francia e Germania hanno visto triplicare il mercato delle pompe di calore dal 2005 al 2009 sfruttando schemi di incentivazione simili. La cogenerazione, invece, ha appena ricevuto, dopo anni di grave ritardo, l'applicazione della Direttiva europea volta a promuovere questa tecnologia negli Stati membri.

"Se in Italia, come alcune fonti affermano, si arriverà a una riduzione della defiscalizzazione del 55%, si profila una fase di indubbia crisi per molte aziende - commenta Bonomi - oltre al fatto che alcune tecnologie saranno più colpite rispetto ad altre. In particolare, verrà vanificato il faticoso lavoro che le aziende compiono per trasferire alle famiglie l'importanza di utilizzare l'incentivo del 55%". Per il Presidente di ANIMA, infatti, modificare la percentuale significherebbe, nei fatti, stravolgere un ‘marchio' ormai consolidato che contraddistingue l'adozione di tecnologie ad alta efficienza in Italia.

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