Dalla stampa 3D all'intera catena produttiva

Additive manufacturing il caso di BeamIt

07 nov 2017

Michele Strozzi

Articolo pubblicato su L'Industria Meccanica n. 711.

Quando si parla di additive manufacturing si fa riferimento a una tecnologia che ha rivoluzionato il modo di progettare gli oggetti, in particolare dando sfogo alla fantasia senza limiti di forma.

È d'accordo su questo concetto Simone Casella, direttore generale di BeamIt: «La tecnologia additiva si sposa perfettamente con le produzioni di piccoli lotti e con breve tempo di time-tomarket. Non avendo necessità di stampi si risparmia tempo e denaro. Per quanto concerne i limiti, direi che le tolleranze dimensionali di un centro di lavoro a controllo numerico non sono raggiungibili, come neppure si possono produrre pezzi troppo grandi, tutto è limitato alla piattaforma di utilizzo».

I settori dove ha puntato BeamIt sono il motorsport, l'aerospace, l'Igt (industrial Gas Turbine), il biomedicale e il general industry.

«Produciamo particolari di serie in migliaia di pezzi già da qualche anno» spiega Simone Casella, «e siamo alla costante ricerca di progetti complessi perché non ci occupiamo solo di stampa 3D ma anche di tutta la catena produttiva: dall'ingegnerizzare il pezzo ad hoc per la stampa 3D al melting del prodotto passando per il trattamento termico, lavorazione meccanica e tutti i controlli non distruttivi (Xray/liquidi penetranti,ecc.) che eseguiamo rigorosamente in casa. Molti dei progetti in essere con i nostri clienti sono coperti da accordi di riservatezza, pertanto non sono divulgabili, ma mi piace ricordare che a fine anni '90 partecipai alla realizzazione degli ultimi progetti della rimpianta Olivetti di Scarmagno relativi a tutte le macchine che stampavano le schedine del Super Enalotto».

Energia, Edilizia, Alimentare, Movimentazione e logistica, Sicurezza e ambiente, Industria varia, Industria, stampa3d