Energia dai rifiuti alimentari

La tecnologia dei dissipatori è il modo più efficiente di gestire gli scarti alimentari trasformandoli in una fonte di biogas a disposizione dei Comuni.

14 giu 2012

I rifiuti non necessariamente rappresentano un costo: se ben gestiti e valorizzati possono diventare una preziosa risorsa energetica, come ricorda Uida, Unione imprese difesa ambiente, federata ANIMA, che propone la tecnologia del dissipatore, una soluzione concreta, corredata di dati scientifici comprovati e analisi di calcolo, per lo smaltimento degli scarti alimentari.

L'apparecchio va installato direttamente sotto al lavello della cucina, al fine di agevolare la raccolta differenziata della frazione organica dei rifiuti, in seguito utilizzata per produrre energia attraverso il biogas. Il dissipatore evita i costi di raccolta (porta a porta) e di trasporto della Forsu (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) che, secondo i dati ISPRA, ammontano a 50 euro per famiglia ogni anno. Potenzialmente, nota Uida, se i 22 milioni di famiglie italiane fossero dotate di questo sistema, si potrebbero ridurre i costi di oltre mezzo miliardo di euro all'anno.

"In questa fase di congiuntura economica, in particolare, ogni amministrazione comunale ha il dovere di valutare attentamente qualunque potenziale riduzione dei costi e ogni possibile forma di aumento di ricavi – commenta Giuliana Ferrofino, Presidente Uida-DRA e VicePresidente ANIMA - Oltre all'indubbia comodità, infatti, il dissipatore di rifiuti alimentari consente di ridurre significativamente i costi della raccolta della frazione organica dei rifiuti diminuendo il numero di passaggi da parte dei mezzi di raccolta per il ritiro della frazione organica, con benefici per la cittadinanza sotto forma di minori costi, riduzione della quantità di CO2 nell'aria delle nostre città oltre a diminuire l'impatto della raccolta dei rifiuti sul traffico urbano e interurbano" "Al contempo - aggiunge Ferrofino - aumenta la percentuale, oltre alla qualità, della raccolta dell'umido a tutto beneficio della possibilità di produrre Biogas da parte di ogni Comune, anche su scala significativa, spesso addirittura ottimizzando l'utilizzo di impianti di depurazione già pronti per lo sfruttamento di questo potenziale".

Questa tecnologia è ampiamente diffusa negli Stati Uniti e in Svezia. In Italia sono state condotte negli ultimi quattro anni diverse sperimentazioni. L'applicazione dei dissipatori ha interessato i territori di Lucca, Monghidoro (BO), Biella, Padova e, da ultimo, Chieri (TO), che rappresenta una novità assoluta per gli obiettivi che si è posta: per la prima volta, in Italia, i risultati consentono di valutare gli effetti economici, oltre agli impatti fisici dell'uso del dissipatore.

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