La revisione di una direttiva europea ha scalato le classi energetiche.
13 lug 2017
Federico Musazzi
Articolo pubblicato su L'Industria Meccanica n. 710
Dopo poco meno di due anni si è concluso l'iter di revisione della direttiva quadro europea 2010/30 sull'etichettatura dei prodotti connessi all'energia.
La direttiva è un potente strumento informativo per l'utente finale, aggiornato sulle possibili classi energetiche che caratterizzano una molteplicità di prodotti (dai grandi elettrodomestici ai televisori fino agli apparecchi per il riscaldamento). Oggi si possono mettere a confronto le caratteristiche prestazionali in modo semplice e immediato.
Nuovi prodotti, nuova sensibilità
Conseguentemente, nel corso degli anni l'etichettatura energetica ha contribuito a un incremento dell'offerta di nuove tecnologie sempre più efficienti per un posizionamento nelle classi più elevate.
Un apparecchio in classe A è indubbiamente più appetibile di uno stesso apparecchio in una classe energetica più bassa perché il suo utilizzo durante tutto il ciclo di vita può contribuire ad un maggior risparmio energetico.
L'etichetta energetica ha saputo quindi creare questa sensibilità nel comune cittadino.
Una nuova classificazione a diverse velocità
La necessità di aggiornare la direttiva si è manifestata soprattutto per i cosiddetti elettrodomestici "bianchi" (frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie) per i quali vi è ormai un sovrappopolamento delle classi più elevate, che rendono al consumatore più difficile capire quale sia la reale differenza tra un prodotto etichettato A++ e uno A+++.
Nell'estate del 2015 la Commissione Europea per prima aveva proposto di "riscalare" tutte le classi verso il basso dalla A alla G anziché dalla A+++ alla G. Ciò però non teneva conto che per alcune categorie di prodotti, in particolar modo quelle del riscaldamento e della produzione di acqua calda sanitaria (caldaie a condensazione, pompe di calore, apparecchi ibridi, solare termico), l'etichettatura energetica era appena partita e questa ridefinizione delle classi avrebbe avuto l'unico effetto di trascinare verso il basso anche le tecnologie più innovative con il risultato di renderle meno appetibili.
Si sarebbe così creata una distorsione di mercato con un forte rallentamento del processo di efficientamento energetico del parco installato di impianti di riscaldamento in Italia ed in Europa, che molto spesso sono obsoleti e quindi con alti consumi ed elevate emissioni. Basti ricordare che circa l'80% dei consumi di un'abitazione è dovuto al riscaldamento e alla produzione di acqua calda, ma non vi è ancora una sensibilità diffusa su quali siano le potenzialità derivanti dall'ammodernamento dell'impianto termico.
Il ruolo dell'Italia
Fin dalla pubblicazione della prima bozza legislativa, tutte le filiere europee del mondo della termoidraulica si sono subito mosse e in questo contesto l'Italia ha difeso un'industria di assoluto rilievo. In questi due anni Assotermica ha incontrato numerosi interlocutori istituzionali, che hanno immediatamente colto le specificità segnalate per il settore e più recentemente, per l'esattezza lo scorso 25 aprile, il Parlamento europeo, il Consiglio degli Stati membri e la Commissione hanno raggiunto un accordo sulla riforma riguardante l'etichetta energetica.
La pubblicazione definitiva nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea è prevista per fine luglio. In sostanza si sancisce il principio secondo il quale la Commissione Europea entro il 2023 dovrà adottare nuove scale di etichette per tutti i prodotti ad eccezione di quelli con riferimento ai Regg. 811/2013, 812/2013 e 2015/1187.
Per questi, l'adozione di nuovi Regolamenti per la ridefinizione delle etichettature energetiche avverrà invece entro il 2030.
Ora si guarda avanti: investimenti e sorveglianza di mercato
Come auspicato tale decisione offre la possibilità a tutto il comparto della climatizzazione di pianificare le proprie strategie industriali e di comunicazione potendo contare su un'etichetta stabile per un medio-lungo periodo.
E' innegabile che le caratteristiche del settore siano molto differenti da quelle ad esempio degli elettrodomestici per i quali, come si diceva, è stata pensata una riclassificazione con tempistiche più strette. Per tutti gli ambiti di applicazione, inoltre, la direttiva così come rivista prevede l'adozione di un database contenente gli elenchi dei nuovi prodotti, che sarà obbligatorio a partire dal 1 gennaio 2019 e servirà alle Autorità nazionali per esercitare la sorveglianza di mercato.
Il sondaggio di Assotermica
In questo contesto in continua evoluzione Assotermica, l'associazione dei costruttori di apparecchi e componenti per impianti termici, ha anche concluso una survey su tutta la filiera per capire quale sia il livello di conoscenza dell'attuale etichetta energetica e quali effetti stia producendo sui mercati di riferimento. 1200 risposte utili ricevute principalmente da installatori e manutentori, ma più in generale da una variegata platea di professionisti.
Questo primo risultato è stato raggiunto grazie alla rete di contatti delle aziende associate e anche alla diffusione tramite i canali di Mostra Convegno Expocomfort.
Un'analisi macro di quanto ricevuto dimostra quanto i controlli di mercato da parte delle Autorità preposte siano visti come uno strumento fondamentale per garantire l'affidabilità dei dati dichiarati in etichetta e come un progetto di etichettatura degli apparecchi già installati, in affiancamento all'attuale etichettatura del nuovo immesso sul mercato, possa servire a stimolare la riqualificazione del parco caldaie esistente. Per quest'ultimo, l'associazione sta lavorando con l'obiettivo di avviare un progetto con le Istituzioni entro la fine anno.
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