Gru: marchi di fabbrica o pubblicità?

Definite le modalità di applicazione dell'imposta comunale pubblicità su gru e macchine da cantiere, che in passato ha penalizzato l'apposizione dei marchi di fabbrica.

25 set 2012

Definite le modalità di applicazione dell'imposta comunale pubblicità su gru e macchine da cantiere, che in passato ha penalizzato l'apposizione dei marchi di fabbrica.

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (n.185 del 9 Agosto 2012) il Decreto del 26 luglio 2012 "Modalità di applicazione dell'imposta comunale sulla pubblicità al marchio di fabbrica apposto sulle gru mobili, sulle gru a torre adoperate nei cantieri edili e sulle macchine da cantiere".

Il decreto indica i limiti al di sopra dei quali viene applicata l'imposta di pubblicità, come già avviene in tutti i settori industriali, commerciali, privati e non, in quanto prevalente la finalità pubblicitaria rispetto alla tutela del marchio del produttore.

In particolare, viene sancito che: "l'imposta non è dovuta per l'indicazione del marchio apposto con dimensioni proporzionali alla dimensione delle gru mobili, delle gru a torre adoperate nei cantieri edili e delle macchine da cantiere, la cui superficie complessiva non ecceda i seguenti limiti:
a) fino a 2 metri quadrati per le gru mobili, le gru a torre adoperate nei cantieri edili e le macchine da cantiere con sviluppo potenziale in altezza fino a 10 metri lineari;
b) fino a 4 metri quadrati per le gru mobili, le gru a torre adoperate nei cantieri edili e le macchine da cantiere con sviluppo potenziale in altezza oltre i 10 e fino a 40 metri lineari;
c) fino a 6 metri quadrati per le gru mobili, le gru a torre adoperate nei cantieri edili e le macchine da cantiere con sviluppo potenziale in altezza superiore a 40 metri lineari."

"La pubblicazione del Decreto corona gli sforzi di Ucomesa /ANIMA che si è fortemente impegnata, in particolare per conto dei costruttori di gru a torre, per ottenere questo provvedimento - ha commentato Luca Turri, Presidente Ucomesa - L'associazione continuerà a collaborare con le preposte Autorità a garanzia che le aziende agiscano in modo coerente all'obiettivo di tutela e identificazione del marchio di fabbrica".

"Si tratta di un'opportuna modifica che risana una situazione anomala - afferma Sandro Bonomi Presidente ANIMA -. Da più di due anni ci battiamo, assieme all'associazione Ucomesa, nostra federata che rappresenta i produttori di macchine edili, stradali, minerarie e affini, affinché questa imposta iniqua sia eliminata. Desidero ringraziare il lavoro svolto dai numerosi parlamentari che si sono adoperati per trovare questa soluzione: on. Gianni Fava, on. Laura Froner, on. Raffaello Vignali, on. Maurizio Leo, On. Marco Causi, on. Lucio Barani".

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