I metalli più innovativi per l'aerospace

Additive manufacturing il caso di Zare

07 nov 2017

Michele Strozzi

Articolo pubblicato su L'Industria Meccanica n. 711.

I vantaggi derivanti dal "pensare e progettare in additivo" permettono ai progettisti di sperimentare forme completamente innovative sia nell'estetica che, soprattutto, nelle funzionalità meccaniche aprendo nuove opportunità in diversi settori industriali. Le tecnologie additive stanno approdando a un buon livello di maturità nei tempi compressi di una vera e propria rivoluzione.

Spiega Giuseppe Pisciuneri, responsabile vendite alla Zare: «Se le dimensioni delle camere di lavoro possono essere considerate un limite, esistono già impianti, come la Concept Laser Xline 2000R presente nella nostra fabbrica, in grado di generare pezzi di notevoli dimensioni fino a 800x400x500mm.

I problemi che intravediamo nel medio periodo sono di percezione del settore. Se è vero che l'innovazione porta in dote una forte dose di creatività è altrettanto vero che questa energia andrebbe necessariamente rivolta in una direzione industriale e questo vale, soprattutto, per i settori ad alta criticità».

La produzione additiva industriale è sicuramente elemento ad altissimo tasso di dirompenza per i settori aerospaziale/aeronautico e nel motorsport di massimo livello.

«L'Xline 2000R è una tra le pochissime al mondo caricate a AlSi7Mg0.6 (A357), lega certificata per applicazioni aeronautiche o aerospaziali, mentre le nostre procedure aziendali sono certificate UNI EN 9100:2009, condizione indispensabile per garantire il requisito di 20 anni di replicabilità del risultato».

Sul fronte dei materiali, quindi, c'è un fortissimo fermento: «in particolare ritengo che quelli che possono garantire le più alte prestazioni in ambito funzionale siano: Scalmalloy di ApWorks del gruppo Airbus nell'ambito metalli e la famiglia di materiali Windform per quanto riguarda le plastiche».

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