Un convegno organizzato da UCC a Milano ha affrontato l'impatto sulle aziende della futura revisione normativa.
01 ago 2012
In occasione di un convegno tenutosi il 28 giugno scorso a Milano, l'Associazione Costruttori Caldareria (UCC), federata ANIMA, ha fatto il punto sulla Direttiva PED relativa agli apparecchi in pressione.
All'incontro pubblico sono intervenuti rappresentanti delle aziende del settore, organizzazioni e istituzioni nazionali ed europee, tra i quali Hans D'Hooge della Commissione Europea (DG Enterprise & Industry), Vincenzo Correggia del Ministero dello Sviluppo Economico, Fernando Lidonnici di Sant'Ambrogio Servizi Industriali, Renato Pintabona, Presidente del Forum Organismi Notificati e Rodolfo Longoni di Enel.
"UCC da sempre aiuta le aziende ad anticipare la normativa, a contribuire alla sua stesura in modo tale da vivere da protagonisti il mercato e la realizzazione e commercializzazione dei propri prodotti - ha affermato in apertura la Presidente Emanuela Tosto -. Poter pianificare gli investimenti nel rispetto e nei tempi dei cambiamenti normativi per le imprese è fattore competitivo per eccellenza."
La revisione della Direttiva PED è in programma, ma non rientra ancora nel programma di allineamento a livello europeo delle nove direttive comunitarie al Nuovo quadro legislativo (NLF - New Legislative Framework). La Commissione Europea, infatti, ha ritenuto necessario effettuare un'indagine prima di metter mano alla nuova normativa. Lo studio ha coinvolto 13 paesi dell'Unione Europea, tra cui Italia, Germania, Regno Unito, Austria, Francia, Olanda, Polonia. I primi risultati sono stati illustrati da Hans D'Hooge (Commissione Europea) nel corso del convegno, mentre quelli finali saranno presentati ufficialmente in autunno: in base a questi sarà valutata l'opportunità di dare inizio a una vera e propria revisione della Direttiva PED.
L'analisi è stata condotta in maniera indipendente dal CSES (Centre for Strategy & Evaluation Services), che ha intervistato 90 stakeholders. Alcune delle osservazioni ricorrenti registrate dai ricercatori riguardano la richiesta di rafforzare la sorveglianza del mercato, le troppe differenze che esistono tra stato e stato sulle procedure di valutazione della conformità di uno stesso prodotto, la continua spinta alla delocalizzazione dei processi produttivi verso paesi a basso costo, la diffusa mancata applicazione delle linee guida PED redatte dalla Commissione Europea, la difficile reperibilità di addetti qualificati e ingegneri in grado di applicare correttamente la legislazione europea.
Nel proseguo del convegno, Enel ha illustrato i riflessi dell'applicazione della normativa PED all'interno dell'organizzazione aziendale, evidenziando - tra i vari aspetti -, gli effetti positivi che la normativa ha determinato nell'ambito della libera circolazione delle merci e del global procurement. La società auspica inoltre che si possa uniformare sempre più l'approccio dei 'Notified Body' alle questioni tecniche e procedurali ricorrenti e che il loro supporto si estenda al di là degli aspetti formali ad un miglioramento effettivo delle procedure di progettazione.
Le aspettative per una revisione della PED da parte di Enel riguardano una specifica e diffusa distinzione e conoscenza dei ruoli del Rappresentante Autorizzato e Importatore e del Responsabile della Messa sul Mercato.
Il Forum Italiano degli Organismi Notificati, nato nel 2003 con l'obiettivo di promuovere una omogenea interpretazione ed applicazione della PED da parte degli organismi operanti in Italia, ha rilevato che, se è vero che molti dubbi interpretativi sono ormai stati chiariti, rimangono alcuni problemi per i quali bisogna trovare il coraggio di fornire delle soluzioni. Tra questi, il problema della valutazione della conformità ai RES di attrezzature pre-PED (richiesta nel caso di modifica oppure nel caso di inserimento in un insieme PED) e la mancanza di una chiara definizione di "insieme" che tenga conto della realtà, spesso complessa, degli impianti industriali.
L'incontro milanese ha fatto emergere quella che potrebbe essere una posizione condivisa: l'adozione nel 2002 della Direttiva PED ha determinato uno scenario di riferimento ormai assolutamente operativo sotto ogni punto di vista che tuttavia necessita di essere migliorato con il contributo di tutti, soprattutto in considerazione del fatto che la ha investito di grandi responsabilità le figure del costruttore e, alcune volte, dell'utente finale.
E' una situazione che risulta problematica nel momento in cui alla maggiore responsabilità non corrisponde un innalzamento dei livelli di sicurezza. Le cause sono riconducibili a una difficoltosa comunicazione di informazioni tra fabbricante ed utilizzatore, e al fatto che spesso accade che l'utilizzatore finale, a volte mancante di tutte le competenze tecniche necessarie, non sia il committente. Data la situazione i fabbricanti, che accettano la maggior responsabilità, chiedono all'unisono più controlli che significano linee guida non più interpretabili, dettate dagli organismi notificati, e un maggiore controllo del mercato da parte del Ministero.
"Con l'Italia ufficialmente in recessione - ha concluso la presidente di UCC Emanuela Tosto - Con una stagnazione dell'intera zona Euro ed una crisi che ha colpito pressoché tutti i paesi industrializzati, è giocoforza interrogarsi sugli scenari futuri e rimboccarsi le maniche per costruire insieme una prospettiva di ripresa sostenibile. Dal mio punto di vista, e lo dico come Presidente e come imprenditrice, l'unico modo per tornare competitivi e crescere, è quello di continuare a investire in ricerca e sviluppo."
Edilizia, Ricerca & Sviluppo, Direttiva PED 97/23/CE, UCC