Importazioni fraudolente di tubi e raccordi

Triangolazione con il Giappone, l'India e Taiwan per evitare i dazi imposti dall'Unione Europea sui prodotti cinesi.

23 apr 2012

L'ufficio antifrode dell'Unione Europea, OLAF (European Anti-Fraud Office) ha scoperto una triangolazione tra alcuni produttori cinesi di tubi e raccordi in metallo, attraverso il Giappone ed altri paesi del sudest asiatico, per importare i prodotti in Europa senza pagare i dazi del 58,6% imposti nel 1996 dalla UE ai produttori cinesi di alcune tipologie di articoli in ferro e acciaio. Dazi che in seguito sono stati estesi anche a Taiwan, Indonesia, Sri Lanka e Flilippine.

Secondo gli investigatori, il valore delle importazioni fraudolente si aggira in 9 milioni di euro. Tre gli indagati, residenti in Germania e nel Regno Unito, condannati fino a due anni di carcere.

"Questa operazione è un buon esempio dei risultati che OLAF e le autorità dei paesi membri possono ottenere quando collaborano a livello operativo - ha commentato il direttore generale dell'ufficio antifrode Giovanni Kessler -. E' importante che le frodi non siano solo scoperte, ma anche perseguite nei diversi paesi membri".

Le indagini erano partite su segnalazione degli uffici doganali, che avevano rilevato alcune stranezze: un carico di tubi e raccordi che sulla carta doveva essere di fabbricazione giapponese, era stato invece caricato in un porto indiano, quindi inviato in Europa via Giappone. Grazie alle indagini condotte in collaborazione con gli uffici doganali di Germania, Belgio e Olanda, si è scoperto che l'origine dei prodotti era cinese. L'azienda importatrice, con sede in Germania, è stata sanzionata con due anni di sospensione della licenza e 450mila euro di multa.

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