La climatizzazione rallenta in Italia

I dati di vendita nei primi nove mesi dell'anno indicano una contrazione per la quasi totalità del prodotti. Unica nota positiva per il settore è la tenuta dell'export, che sempre più spesso si rivolge ai mercati extraeuropei.

15 nov 2012

Secondo l'Associazione dei costruttori di apparecchiature e impianti aeraulici Co.Aer, il settore della climatizzazione chiude i primi nove mesi dell'anno con un segno negativo sul mercato interno, nonostante un'estate lunga e calda che avrebbe potuto portare refrigerio ai conti delle aziende italiane. Unico segnale positivo è la tenuta delle esportazioni, che consente ai costruttori italiani di guardare con un cauto ottimismo al futuro.

La diminuzione del fatturato in Italia risulta più o meno accentuata in funzione delle tipologie di prodotti: netto calo in termini percentuali dei sistemi multisplit (-20,1% a pezzi e -16,1% a valore), mentre è meno pesante la situazione per i climatizzatori monosplit, che fanno registrare un -7,7% a pezzi e -7,8% a valore.

La crisi economica ha prevalso sull'effetto climatico e per soddisfare la richiesta di climatizzazione nel settore residenziale i consumatori si sono rivolti alle soluzioni più economiche e più veloci: sistemi monosplit, caratterizzati da una gamma di prezzi molto ampia, e condizionatori trasferibili, che hanno addirittura registrato un incremento del 5,9% a valore e una situazione praticamente stabile (-0,4%) a pezzi rispetto al 2011.

Il forte effetto della crisi economica emerge anche dall'andamento dei sistemi miniVRF e VRF che, dopo anni di costante crescita, registrano per la prima volta una diminuzione del 15% in termini di pezzi e del 13,9% a valore. "Questo dato – commenta Marco Dall'Ombra di Daikin – è un evidente indicatore della riduzione degli investimenti anche nel settore terziario. Non siamo di fronte a un problema di obsolescenza di una proposta tecnologica, ma a un problema economico: l'arretramento rispetto all'anno precedente è dovuto esclusivamente al fatto che è drasticamente diminuita la domanda. Analizzando la globalità dei dati si vede che la difficoltà economica colpisce in maniera indistinta tutti i componenti. L'Italia resta comunque il mercato più importante in Europa per il residenziale."

Anche nel comparto centralizzato si rilevano per lo più dati negativi per quanto riguarda il fatturato Italia. Il 2012 è decisamente negativo per i condizionatori roof top (-15,7% a pezzi e -25,6% a valore), apparecchiature applicate per la maggior parte in un settore, quello dei centri commerciali, che in questo momento è fermo e dove il mercato della sostituzione è piuttosto esiguo. Discorso analogo vale per le unità di trattamento aria, per le quali la rilevazione indica un calo, sul mercato Italia, del 24,3% in termini di pezzi e del 14,7% a valore, legato al fatto che si stanno costruendo pochissimi edifici nuovi e non si stanno facendo ristrutturazioni pesanti.

Il segno negativo (-13,6%) è generalizzato anche per il comparto dei gruppi refrigeratori di liquido con condensazione ad aria, ad eccezione della fascia da 501 a 700 kW che registra un incremento del 3,4% a pezzi e del 17,3% a valore. Analizzando le varie fasce di potenza si nota che la prima, quella dei minichiller fino a 17 kW, segna un -10% circa, sia a pezzi che a valore, un dato quindi un po' meno negativo rispetto alle altre fasce di potenza. La spiegazione potrebbe essere legata sia a una "miniaturizzazione" degli impianti, dovuta a edifici sempre più isolati e a situazioni di progettazione sempre più frazionate che portano a tagliare la potenza media delle macchine, sia ad una maggiore incidenza, in questa fascia, di unità a pompa di calore, la cui domanda è in parte sostenuta dalle incentivazioni fiscali in atto.

Il segmento dei refrigeratori condensati ad acqua mostra una crescita del +2% a valore e di -12,7% a pezzi. I risultati migliori si riscontrano per le macchine con potenze superiori ai 500 kW, che riportano tutte un segno positivo e che, pur essendo solo un centinaio di pezzi, pesano per oltre il 40% a valore. La crescita di questo segmento potrebbe essere legata a discorsi di efficienza, rileva Co.Aer: poiché sulle macchine più grandi il consumo energetico ha in termini assoluti un valore notevole, si tende a ricercare una maggiore efficienza, che si raggiunge più facilmente con le macchine condensate ad acqua.

Il 2012 risulta essere un ulteriore anno di pesante calo (-15% circa) per i fancoil, prodotti fortemente legati al settore dell'edilizia con una vita fisica di 20 e più anni e per i quali praticamente è molto limitato il mercato della sostituzione. Tra le tipologie di fancoil disponibili, quella che sembra tenere un po' meglio è l'hi-wall (-0,6% a pezzi e -5,1% a valore). "E' un prodotto – spiega Luigi Zucchi di Aermec – maggiormente accettato dalle persone perché più piccolo e perché non occupa spazio a terra, ma anziché essere in aumento, come dovrebbe essere un prodotto relativamente nuovo, è comunque in calo. Inoltre il ventilconvettore sta perdendo fette di mercato, specialmente nel piccolo, principalmente a causa dei climatizzatori multisplit e dei sistemi VRF."

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