La tecnologia degli assorbitori
27 ago 2015
Molti processi industriali disperdono nell'ambiente una grande quantità di energia termica sotto forma di effluenti a medio-bassa temperatura.
Questi si presentano in fase gassosa – gas esausti da forni, in fase liquida o acqua di raffreddamento – oppure in fase vapore – eccedenze di vapore di processo.
Ovviamente si è sempre cercato di massimizzare l'impiego dell'energia primaria utilizzata, impiegando il calore di scarto in altre fasi di processo, ad esempio per preriscaldare la materia prima in ingresso alle lavorazioni.
In un contesto di efficienza energetica, attualmente di grande attualità, c'è la possibilità di valorizzare il calore dissipato per la produzione di energia frigorifera. Si tratta di un'opportunità poco nota, ma molto interessante, poiché valorizza cascami termici recuperabili a costi assai contenuti e si traduce in una sensibile riduzione dei consumi elettrici richiesti per l'azionamento degli usuali gruppi refrigeranti a compressione di vapore sostituiti.
La tecnologia adottata allo scopo è offerta dagli assorbitori, apparecchiature il cui effetto utile, l'energia frigorifera, è ottenuta a spese di energia termica fornita a un opportuno livello di temperatura. Gli assorbitori qui considerati impiegano come fluido di lavoro una soluzione di acqua e bromuro di litio, lavorano alimentati con acqua calda a temperature relativamente basse, sino a 70 °C, producono acqua refrigerata con temperatura minima di 5,5 °C e operano con una efficienza del ciclo termodinamico adottato, denominato assorbimento, pari a 0,7, ciò che in altri termini significa che per ogni kWh di energia termica recuperata producono 0,7 kWh di energia frigorifera.
energia frigorifera