Meno protesti e pagamenti più puntuali

Buone notizie dall'Osservatorio Cerved Group: nei primi mesi dell'anno cala il numero di aziende incappate in uno o più protesti, mentre aumenta la puntualità dei pagamenti e si riducono i ritardi gravi con i fornitori.

14 lug 2011

Redazione economia

Buone notizie dall'Osservatorio Cerved Group: nei primi mesi dell'anno cala il numero di aziende incappate in uno o più protesti, mentre aumenta la puntualità dei pagamenti e si riducono i ritardi gravi con i fornitori.

Scende il numero dei protesti. Secondo il report pubblicato in questi giorni, nel primo trimestre 2011 sono state protestate 65 mila aziende, con un calo del 6,6% rispetto allo stesso periodo del 2010 e dell'1,6% nel confronto con gli ultimi tre mesi dello scorso anno. Una riduzione significativa, se si considera che in piena crisi, nel terzo trimestre del 2009, erano 72 mila le aziende protestate, anche se il dato resta ancora del 9,9% superiore rispetto a quanto osservato in media tra l'inizio del 2007 e la metà del 2008. Alcuni comparti - tra cui chimica, farmaceutica, beni di consumo e hi tech, - si sono già posizionati sotto i livelli pre-crisi, mentre altri (immobiliare, servizi finanziari e non, informazione e intrattenimento, filiera auto e costruzioni) appaiono più distanti da una situazione di normalità.

Migliora la puntualità. Sulla base dei dati rilvati da Payline, il database di Cerved Group che monitora le abitudini di pagamento di oltre un milione di aziende italiane, risulta in crescita il numero di aziende che saldano le fatture entro i termini concordati con i fornitori: dal 40,9% del quarto trimestre 2010 al 42,2% dei primi tre mesi di quest'anno. Una maggiore puntualità che - rileva lo studio - non dipende da pagamenti più rapidi, quanto dall'allungamento delle scadenze pattuite: dopo lo scoppio della crisi, i fornitori avevano infatti iniziato a pretendere pagamenti a breve termine, ottenendo condizioni in fattura più stringenti; nel primo trimestre del 2011 questa tendenza si è invece interrotta. La percentuale di aziende che hanno concordato termini brevi (inferiori a 30 giorni) si è ridotto dal 33,7% del quarto trimestre al 31%; ne è seguito un aumento degli accordi tra uno e due mesi (dal 31,4% al 33,6%), tra due e tre mesi (dal 21% al 21,5%) e oltre 90 giorni (dal 13,7% al 14,1%).

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