Si allungano i tempi di pagamento

Secondo l'analisi semestrale di Euler Hermes Italia, in media le aziende devono aspettare 107 giorni. Crescono i mancati pagamenti in termini di numero e importomedio.

27 lug 2012

Il perdurare della crisi economica si riflette sulla capacità delle aziende di onorare i propri impegni finanziari. La conferma arriva dall'analisi semestrale sui mancati pagamenti delle imprese italiane elaborato da Euler Hermes Italia, società del gruppo Allianz specializzata nell'assicurazione crediti.

Il primo dato è che si allungano i tempi di pagamento: salgono a 107, in media, i giorni che un'azienda attende prima di riscuotere i redditi dai propri clienti. Tanti, troppi, soprattutto se rapportati ad altri paesi europei: sono infatti solo 23 in Germania, 43 in Polonia e 53 in Francia. "Il contesto economico nazionale accentua il divario sui tempi di pagamento con i paesi europei più virtuosi", conferma Michele Pignotti, Capo della Regione Paesi Mediterranei, Africa & Middle East di Euler Hermes e Country Manager di Euler Hermes Italia. L'analisi sui sette Paesi europei presenta anche un indice di tensione della posizione finanziaria delle imprese (stress index) calcolato dalla differenza tra i giorni necessari per incassare un credito dal cliente finale e le dilazioni di pagamento concesse dai creditori/fornitori. "L'allungamento dei tempi di pagamento aggrava anche la posizione finanziaria delle imprese italiane – aggiunge Pignotti –. I 24 giorni di gap tra l'incasso della fattura e il pagamento dei creditori, obbligherà l'impresa a cercare altre fonti di finanziamento che inevitabilmente finiranno per indebolire la struttura finanziaria e patrimoniale delle PMI italiane".

Allo stesso tempo aumentano i mancati pagamenti sia in numero (+32% rispetto al primo semestre 2011), che per l'importo medio (+4%); segnali di deterioramento arrivano anche dalle esportazioni, con impegni non onorati che aumentano nel semestre del 10%.

"I mancati pagamenti in Italia – osserva Pignotti - proseguono nel trend di crescita anche nel primo semestre 2012 nonostante un lieve rallentamento rispetto ai dati del 1° trimestre, legato agli effetti che la crisi ha già prodotto tra le imprese; in altre parole, le imprese che hanno superato la forte selezione imposta dal mercato, sono riuscite a ridurne l'impatto".

Analizzando i settori, le variazioni negative più rilevanti riguardano le costruzioni, in crisi congiunturale da alcuni anni e l'agroalimentare, comparto in sofferenza che sconta il calo dei consumi che sta investendo i beni primari. Il comparto moda presenta invece indicatori in miglioramento, segno che qualche schiarita si comincia ad intravedere a monte della filiera. Sul piano territoriale, ad esclusione del Friuli Venezia Giulia, tutte le regioni segnano valori in crescita sul fronte della frequenza. In Emilia Romagna e Lombardia gli incrementi maggiori a doppia cifra su entrambi gli indicatori.

"In uno scenario domestico nel quale persisteranno per i prossimi mesi condizioni economiche negative – commenta Pignotti –, urge un pacchetto di misure per sostenere lo sviluppo dell'economia nazionale in quanto i segnali di rallentamento provenienti dalle principali economie di sbocco, potrebbero portare gli indicatori dei mancati pagamenti a peggiorare ulteriormente generando un incremento delle insolvenze aziendali".

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