Uno studio di Microsoft analizza il rapporto dei business leader con l'Artificial intelligence

Correlazione tra Ai, crescita del business e atteggiamento dei leader verso l'Artificial intelligence

10 apr 2019

La ricerca "Business leaders in the age of AI" realizzata per Microsoft da Krc Research a gennaio 2019 rivela che esiste una stretta correlazione tra l'adozione dell'Artificial Intelligence, la crescita del business e l'atteggiamento dei leader verso l'Ai. Lo studio ha coinvolto un campione di 800 business leader in Usa e Europa, tra cui un centinaio anche in Italia.

Il nostro Paese si contraddistingue per una visione particolarmente ottimistica rispetto al potenziale di crescita offerto dall'Ai, vista come un importante strumento di leadership. Dalla ricerca emerge con chiarezza la convinzione che l'intelligenza artificiale possa contribuire all'affermarsi di uno stile di leadership più attento agli aspetti umani e relazionali. «L'Ai può aiutare i leader di oggi ad essere più efficienti ed efficaci, abilitando un'evoluzione dall'essere manager all'essere promotori/coach e quindi un passaggio dal focus sulla gestione al focus sull'empowerment e la motivazione» – Silvia Candiani, Amministratore Delegato di Microsoft Italia.

Crescita AI e prospettive future

Il 41% delle aziende in rapida crescita (tasso di crescita a doppia cifra) sta attivamente implementando l'Ai, mentre solo il 18% di quelle in lenta crescita (tasso di crescita a una cifra) è attivo su questo fronte. L'Italia risulta essere leggermente in ritardo, ma emerge comunque un gap tra le aziende più e meno performanti: il 36% contro il 27%.

I leader delle aziende in rapida crescita sono quelli che non solo utilizzano più Ai oggi, ma sentono maggior senso di urgenza rispetto all'adozione dell'Ai nell'immediato futuro, non solo come strumento di efficienza, ma anche per trainare la crescita del business.

A livello globale il 93% delle aziende in rapida crescita intende investire in Ai a supporto dei processi decisionali in un orizzonte temporale di 1-3 anni, a differenza del 64% delle aziende in crescita lenta che intende investire nello stesso campo nei prossimi 3-5 anni.

Se si guarda al prossimo anno e in particolare all'Italia, il 43% delle aziende in rapida crescita prevede di utilizzare più Artificial intelliegnce a supporto dei processi decisionali (VS il 25% di quelle in crescita lenta) e il 42% per efficientare i processi in generale (VS il 26% di quelle in crescita lenta).

«Più si conosce l'AI, maggiore è il senso di urgenza», ha commentato Susan Etlinger, analista AI di Altimeter Group che ha partecipato alla ricerca.

L'impatto sulla leadership

"Più Ai, più umanità" La ricerca restituisce un'interessante proporzione: emerge infatti che più verrà utilizzata l'intelligenza artificiale, più i business leader potranno investire tempo nel motivare e ispirare le proprie risorse. E questo appare vero sia a livello globale, sia nel quadro italiano. In particolare, sgravati dall'operatività di alcune funzioni grazie all'Ai, i leader italiani dedicherebbero maggior tempo in primis alla motivazione dei dipendenti (31%) e in seconda battuta ai processi decisionali (27%) e all'elaborazione delle informazioni (25%).

I business leader non intendono l'Artificial intelligence esclusivamente come una leva d'efficienza, ma un alleato per potenziare le loro capacità e sono convinti che cambierà alcuni aspetti del loro lavoro. La maggior parte ritiene che offra l'opportunità di amplificare il pensiero strategico: sono in particolare i responsabili delle aziende in rapida crescita i più ottimisti rispetto al supporto dell'Artificial Intelligence in termini di problem solving e definizione di orientamenti. In Italia il 68% crede che l'AI impatterà molto su controllo e capacità di risoluzione dei problemi e un uguale 68% ritiene che l'AI cambierà completamente la capacità di offrire linee guida strategiche (vs il 50% delle aziende in crescita lenta). In entrambi i casi sono gli italiani i più ottimisti rispetto a Usa ed Europa.

Formazione e sfide

In Italia rimane più alto rispetto al resto del campione il senso di necessità di essere formati con nuove competenze, per aggiornare le proprie skill e adattarsi allo scenario in evoluzione per cogliere i benefici dell'Ai: siamo al 75% contro il 67% del resto del campione.

Per quanto riguarda le sfide poste dall'Ai emerge una comune visione tra l'Italia e il resto del mondo: la vera sfida è adattarsi rapidamente a scenari di marcato nuovi e in cambiamento (49% in Italia e 47% a livello globale). Dopo questa priorità la top 3 delle sfide italiane vede anche sviluppare idee volte a utilizzare l'Ai per offrire valore aggiunto ai clienti (42%) e la scelta del giusto modello di leadership per guidare l'integrazione dell'AI nelle attività quotidiane (41%). Altra importante sfida comunemente sentita in Italia e all'estero resta quella dei talenti: il 36% delle aziende italiane ritiene prioritario attrarre i giusti talenti e riqualificare i dipendenti per liberare il potenziale dell'AI a vantaggio del business.

«La nuova ricerca Microsoft dipinge uno scenario in cui le aziende si stanno muovendo verso l'Ai. Non è necessario essere data scientist: occorre comprendere il potenziale dell'AI e come può essere utilizzata al servizio del business. Leadership, cultura e tecnologia devono fondersi, affinché l'AI possa rivelarsi efficace. L'importante è iniziare con un obiettivo preciso e con un approccio graduale. Ciò consente di generare fiducia, imparare dai feedback e ottenere risultati pertinenti, un terreno fertile per settare le basi per un percorso di adozione dell'Ai di successo» – Silvia Candiani, Amministratore delegato di Microsoft Italia.

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