Acciaio inox a contatto con gli alimenti: l'intervista ad Abert

L'intervista ad Antonio Bertoli, di Abert

01 giu 2016

l.a.

Dopo 40 anni finalmente è stata adeguata la norma sull'acciaio inox a contatto con gli alimenti, ossia l'art. 37 dm21/3/73, che obbligava a effettuare prove di cessione a 100 gradi centigradi per gli articoli da taglio in acciaio inox. Ora è sufficiente la soglia dei 70 gradi.

L'intervista ad Antonio Bertoli, di Abert

Prima di questa modifica normativa, quali difficoltà incontravate sul mercato e in dogana?

Il tipo di verifiche richieste dalla normativa precedente era talmente restrittivo e inadeguato all'uso funzionale del prodotto che faceva sì che ogni lotto produttivo, seppur eseguito con la massima diligenza nelle lavorazioni e realizzato con i migliori acciai inossidabili martensitici, fosse potenzialmente a rischio bocciatura da parte dei laboratori di controllo.
Infatti, la normativa prevedeva di verificare il rilascio di particelle di metallo dal coltello, assoggettandolo ad uno stress a 100° per lungo tempo, temperatura alla quale un coltello non viene mai portato e tanto meno utilizzato. Questo implicava il fatto che numerosi clienti organizzati attuassero verifiche secondo queste rigide regole, contestando il prodotto ed obbligando l'azienda a ritirarlo dal mercato.

Questa novità che vantaggi può portare all'azienda dal punto di vista di riduzione delle tempistiche o facilitazioni negli scambi commerciali?

La certezza di immettere sul mercato un prodotto in grado di superare qualunque controllo ci permette di affrontare con grande serenità qualunque cliente, anche il più esigente.

Ci può fare qualche esempio del vantaggio dei concorrenti stranieri che non subiscono la stessa burocrazia?

L'effetto più stridente di questa situazione era che un fabbricante italiano o un importatore potevano subire controlli dalla dogana italiana ed avere il sequestro della merce. Un importatore straniero, passando da una dogana estera (esempio: Olanda o Germania) poteva immettere sul mercato europeo un prodotto qualitativamente inferiore, in quanto conforme alle normative meno restrittive del proprio paese.

Ci sarebbero ulteriori migliorie in materia?

La normativa sulla coltelleria prevede controlli tipici del settore alimentare e in particolare delle macchine per la lavorazione degli alimenti. In realtà il coltello è solo uno strumento per porzionare il cibo, pertanto meriterebbe una normativa ad hoc. Ma forse questo è chiedere troppo.

Da quanti anni stava aspettando questa modifica?

Onestamente ero un po' demoralizzato; credevo che un intervento in questo senso non sarebbe stato mai possibile. In realtà, proprio grazie alla nostra associazione, con la collaborazione di Anima, quello che prima sembrava irraggiungibile è diventato realtà.

Alimentare, Industria, coltelleria