La mappa della cogenerazione
In uno studio elaborato dal Politecnico di Milano, Italcogen e Ufficio
studi Anima sono stati mappati 809 impianti di cogenerazione ad alto
rendimento (Car), pari a poco più del 50% del parco di cogenerazione italiano.
In uno studio elaborato dal Politecnico di Milano, Italcogen e Ufficio
studi Anima sono stati mappati 809 impianti di cogenerazione ad alto
rendimento (Car), pari a poco più del 50% del parco di cogenerazione italiano.
La mappatura della cogenerazione italiana rappresenta una novità: è la prima indagine a livello nazionale che stima il potenziale del mercato per le aziende
della cogenerazione al 2025. Un mercato che nel 2019 si è aggirato intorno ai 500 milioni di euro di produzione con una crescita stimata di +0,2%.
Realizzata dalla collaborazione tra Italcogen – associazione che riunisce i costruttori e i distributori di impianti di cogenerazione, recupero termico a livello nazionale – Ufficio studi Anima e Politecnico di Milano, la mappatura tiene conto dei dati di produzione e di mercato fino al 2018, e prospetta tre scenari diversi (al 2025) in base a previsioni elaborate sui diversi aspetti
considerati.
Investimenti efficienti
Quando si parla di efficienza energetica, viene considerato anche il mercato della cogenerazione. Secondo i dati del Politecnico di Milano, l’ammontare degli investimenti in efficienza energetica realizzati nel 2018 è stato pari circa a 7,1miliardi di euro in Italia, con una crescita rispetto all’anno precedente del 6,3%. Dopo 4 anni di crescita “a doppia cifra” (+10% tra 2016 e 2017), si è verificato un rallentamento nel 2018, dovuto in particolare a un rallentamento della crescita degli investimenti nel settore industriale. Il comparto registra, infatti, un incremento pari al 4,1%, di molto inferiore rispetto al tasso registrato nel 2017 - anche a causa dell’effetto negativo del “decreto energivori”.
Cos’è la cogenerazione?
Semplificando la cogenerazione si basa sul principio che in una centrale termoelettrica non tutta l’energia introdotta con il combustibile è convertita in energia elettrica: una parte considerevole di tale energia viene dissipata in ambiente, sotto forma di calore “di scarto”. La cogenerazione opera, invece, recuperando la maggior parte di questa energia termica “di scarto”, aumentando di molto l’efficienza nell’uso delle fonti energetiche.
Lo stesso principio può anche essere applicato al contrario: molte industrie usano calore ad alta temperatura nei loro processi produttivi e dissipano grosse quantità di calore in ambiente. Recuperando questo calore “di scarto” da un ciclo industriale è possibile generare energia elettrica senza dover bruciare altro combustibile.
Le taglie di un impianto di cogenerazione possono variare da pochi kW elettrici di potenza, ad esempio pe applicazioni nel settore residenziale, alle centinaia di MW elettrici per usi nella grande industria e nelle central
termoelettriche con teleriscaldamento.
Gli impianti in Italia
Nello studio del Politecnico, Italcogen e Ufficio studi Anima sono stati mappati 809 impianti di cogenerazione ad alto rendimento (Car), pari a poco più del 50% del parco di cogenerazione italiano. Circa il 30% degli impianti è in possesso delle industrie, un 35% in mano al settore residenziale, ed un altro 35% sono in capo al settore Energy, tra cui Esco e Utility. Più del 60% della
capacità cogenerativa analizzata è in capo ai player del settore energy. Il 35% è in capo agli industriali, mentre il residenziale occupa una quota dell’1%. Dei 273 impianti appartenenti a Esco, Utility, Facility management e Oem, il 65% (178) è ripartito tra 23 società; il restante 35% è suddiviso tra 73 società.
Gli ultimi anni del settore
Come già accennato, nel 2018 il mercato della cogenerazione ha registrato un brusco rallentamento, -24% degli investimenti, causato principalmente dall’entrata in vigore del decreto energivori. La conseguenza principale
è stata uno “shift” degli investimenti dall’industria energivora all’industria non energivora e con una conseguente riduzione delle taglie medie vendute.
Il settore è oggi in evoluzione e ha visto un amplieamento dell’offerta , cresciuta in particolare negli ultimi anni con l’ingresso dei fornitori specializzati in efficienza energetica come Esco ed Utility, che ha spinto gli operatori a fornire una sempre maggior gamma di servizi correlati alla semplice vendita dell’impianto. Si sta assistendo quindi a una trasformazione del mercato con uno spostamento dal prodotto verso il servizio.
La mappatura degli impianti di cogenerazione ad alto rendimento (Car) ha evidenziato come il mercato della cogenerazione sia particolarmente frammentato con più di 200 operatori (suddivisi tra mondo industriale ed energy), detentori degli impianti di cogenerazione.
Mercato della cogenerazione, stime al 2025
Per l’identificazione dei driver che guidano il mercato della cogenerazione, sono state condotte delle interviste dirette sia con operatori di mercato (fornitori di tecnologia ed Esco), sia con operatori industriali con la maggior attitudine all’utilizzo di impianti cogenerativi. Sono stati così riconosciuti 4 fattori caratterizzanti del mercato, che a loro volta sono stati categorizzati in 7 driver. Tra i fattori caratterizzanti spicca l’evoluzione del contesto normativo, che vede da un lato gli effetti del decreto energivori; dall’altro la riforma sui TEE e le incertezze sul futuro del meccanismo… . Incidono sulla stima del potenziale anche l’evoluzione dei modelli di business, oltre ai nuovi paradigmi del mondo energy (come lo sviluppo del teleriscaldamento, o l’apertura al mercato dei Servizi di dispacciamento) e il contesto macro-economico.
Considerati questi aspetti, sono stati sviluppati tre diversi scenari di potenziale di mercato al 2025. Il primo è uno scenario ottimistico, il massimo potenziale che potrebbe essere sfruttato dal settore, con una stima di
666 milioni di euro di investimenti nel 2025. In mezzo uno scenario “as is” che rispecchia la situazione attuale - a livello macro-economico e normativo - prolungata nei prossimi anni, con investimenti a 530 milioni. Lo “scenario vincolato” prevede una decrescita negli investimenti settoriali (436 milioni nel 2025).
Nel prossimo futuro
Con gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050 la cogenerazione trova un ideale collocamento quale strumento per la transizione dal sistema energetico attuale a quello futuro “carbon free”. Nel settore domestico e terziario la sua crescita potrebbe essere favorita sia usando modelli di business consolidati da parte degli operatori (es. contratti servizio energia) nel breve termine, sia sviluppando nuovi modelli di business, che si renderanno disponibili con lo sviluppo delle Lec-Local energy communities nel medio termine. Per l’industria nel breve termine va tolta l’incertezza sul meccanismo
dei Tee.
Nel medio termine, sia le Lec, sia l’apertura al Mercato dei servizi di dispacciamento (Msd) possono dare prospettive di crescita per la cogenerazione. Per favorire gli investimenti in efficienza energetica serve comunque un quadro normativo che evolva in modo prevedibile nel
tempo e con regole applicative chiare.
Nel lungo termine la cogenerazione sarà poi un efficace strumento per l’efficienza energetica in un’economia decarbonizzata, basata su vettori energetici puliti, quali l’idrogeno “verde” e i biocombustibili.