Gli sviluppi recenti e le prossime sfide del meccanismo CBAM

Nel corso del primo semestre 2025, il meccanismo CBAM è stato oggetto di una profonda revisione, proposta dalla Commissione nell’ambito del “Pacchetto Omnibus I”, anche a seguito delle segnalazioni provenienti dagli stakeholder, dagli Stati Membri e dalle agenzie competenti a livello nazionale: pur essendo riconosciuta la rilevanza strategica del meccanismo, oltre che per la transizione ecologica, anche per la politica commerciale dell’Unione europea, era indispensabile giungere a rendere procedure, soglie e adempimenti connessi molto più semplici e proporzionati all’obiettivo perseguito.

di Easyfrontier

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13 ago 2025

Il pacchetto ha introdotto, infatti, una soglia “fisica” di 50 tonnellate annue per categoria merceologica: al di sotto di tale limite, le importazioni sono escluse dagli obblighi CBAM, con l’effetto di sgravare un’ampia parte degli operatori (si stima circa il 90% di essi) dagli adempimenti previsti. Il documento di accompagnamento alla proposta elaborato dalla Commissione, inoltre, ha proposto che gli importatori che non prevedono di superare la soglia fisica, dovrebbero comunque procedere ad una “autoidentificazione semplificata” ascopo di monitoraggio continuo da parte delle autorità competenti.
Anche sul piano finanziario e operativo il sistema è stato reso meno oneroso: innanzitutto, la quota minima di certificati da detenere dovrebbe essere ridotta dall’80% al 50% delle emissioni dichiarate, consentendo una maggiore elasticità nella gestione dei costi. Inoltre, le scadenze sono state riviste in modo da meglio adattarsi ai cicli aziendali: la data per la presentazione della dichiarazione annuale è stata posticipata al 31 agosto, mentre l’obbligo di acquisto dei certificati CBAM, inizialmente previsto per l’inizio del 2026, è stato rinviato a febbraio 2027 (anche se, nel 2027, si dovranno acquistare anche i certificati corrispondenti alle importazioni del 2026).

In tale contesto, è stata ampliata anche la funzione del registro elettronico CBAM: i produttori extra-UE possono ora trasmettere direttamente i dati relativi alle emissioni incorporate nei beni esportati, con effetti positivi sia in termini di trasparenza sia di affidabilità del dato. Tale rafforzamento operativo incentiva un maggiore utilizzo degli actual data, riducendo la dipendenza dai valori predefiniti e valorizzando i fornitori che investono in tracciabilità ambientale.

Il Consiglio e il Parlamento dell’Unione hanno, quindi, raggiunto, nel mese di giugno, un accordo politico per la modifica del regolamento di base nella direzione indicata dalla Commissione. Ma non solo: vi è pieno accordo con la Commissione per procedere, entro la fine dell’anno, ad una revisione globale del meccanismo, identificando, tra l’altro, i c.d. “downstrem products” ossia i prodotti realizzati a partire da merci CBAM e prevedendo un meccanismo di compensazione (Export Rebate) per i produttori unionali di merci CBAM. Si dovrebbe anche giungere ad una radicale semplificazione del metodo di calcolo per le emissioni (dirette ed indirette).

Per le imprese, tali evoluzioni normative e tecniche comportano un adeguamento progressivo delle strategie di compliance, in vista della piena operatività del meccanismo a partire dal 2026: è fondamentale valutare l’esposizione rispetto alle nuove soglie; registrarsi come dichiaranti autorizzati CBAM (nel registro nazionale CBAM) qualora si superi (o si preveda di superare) la soglia delle 50 tonnellate nette di merce CBAM importata; digitalizzare i processi di raccolta e validazione dei dati ambientali e attivare un dialogo continuo con i fornitori extra-UE per garantirsi una solida collaborazione. In prospettiva, sarà altrettanto importante pianificare l’acquisto dei certificati, rafforzare i sistemi interni di controllo e monitorare con attenzione gli sviluppi regolamentari attesi entro la fine dell’anno.
La possibile evoluzione del CBAM (nei termini succintamente riportati) è anche oggetto di una consultazione pubblica: la Federazione ANIMA, che segue da vicino il percorso di attuazione delle regole CBAM, sta attivamente raccogliendo le risposte che le imprese vorranno fornire, entro il 25 luglio, alla consultazione lanciata dalla Commissione.

In un contesto internazionale segnato da tensioni geopolitiche e divergenze nella governance climatica, il CBAM si sta, pertanto, pur tra molte difficoltà e affanni, affermando come un meccanismo integrato di regolazione economica e ambientale, destinato a incidere strutturalmente sulle scelte industriali e commerciali delle imprese unionali.