Anima a MCE 2022: la sostenibilità passa per l’idrogeno

Alla 42esima edizione di Mostra Convegno Expocomfort, Anima e le sue associazioni hanno parlato di sostenibilità ed efficienza nel settore HVAC+R, con particolare attenzione al tema dell’idrogeno come abilitatore del mix energetico.

di Elena Prous

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04 lug 2022

Mostra Convegno Expocomfort (MCE), è tornata in presenza a Fieramilano dopo quattro anni. 12 padiglioni, con oltre 1.500 aziende espositrici di cui il 44% estere, provenienti da 52 paesi, MCE si conferma l’appuntamento di riferimento sul futuro e l’innovazione del settore della climatizzazione, dell’efficientamento energetico, delle energie rinnovabili e idrotermosanitario.

«La pandemia ha reso ancora più evidente la centralità del comfort abitativo e della salubrità degli ambienti in cui viviamo quotidianamente, accelerando un’adozione di tecnologie per l’edilizia. La disponibilità di prodotti e soluzioni innovativi ha aperto scenari e opportunità fino a pochi anni fa impensabili, oppure semplicemente troppo onerosi per un’ampia fetta della popolazione» ha sottolineato Massimiliano Pierini, Managing Director di Reed Exhibitions Italia.

Un comparto in espansione che ricopre un ruolo sempre più evidente nel percorso di transizione verso la sostenibilità ambientale. Proprio su sostenibilità ed efficientamento energetico si è incentrata la presenza in fiera di Anima Confindustria, che con le sue associazioni del settore HVAC+R ha presentato un programma di iniziative, eventi, webinar e incontri dedicati. Protagonista indiscusso è stato l’idrogeno, il cui ruolo centrale nel percorso di decarbonizzazione e nel conseguimento dell’indipendenza energetica emerge sempre più dai tavoli di confronto.

Alessandro Maggioni, direttore Relazioni Istituzionali di Anima, ha sottolineato come «I settori rappresentati da Anima ricoprono un ruolo particolare nella nascente filiera dell’idrogeno, perché ognuno dei passaggi che intercorrono tra la produzione di idrogeno e l’utilizzo finale riguarda l’industria meccanica: dalla produzione al trasporto, dagli impianti di utilizzo alla componentistica. Per noi è importante rimarcare che la transizione non implica la sostituzione del patrimonio già esistente, ma piuttosto la creazione delle fondamenta di una nuova filiera con una visione di lungo periodo».

A livello europeo, l’idrogeno è sempre più considerato parte integrante di un range di soluzioni che, nel loro insieme, costituiranno l’alternativa alle fonti energetiche fossili per raggiungere lo scenario net zero prefissato al 2050. La strategia europea per l’idrogeno è stata delineata nell’ambito del piano Fit for 55, con l’obiettivo di ridurre del 55% le emissioni di CO₂ al 2030 rispetto ai valori del 1990. Il piano Hydrogen Strategy ha poi costituito un ulteriore step, seguito e integrato da RepowerEU, in cui il focus è diventato l’obiettivo di indipendenza energetica, da raggiungere grazie alla diversificazione delle fonti.

In Italia, la trattazione strategica per lo sviluppo di questa filiera è ferma alle linee guida della Strategia Nazionale Idrogeno, ma il documento non indica vere e proprie strategie da attuare.

«Oggi c’è tanta ricerca – conclude Maggioni – ci sono fondi e linee di indirizzo, ma bisogna creare le condizioni per mettere in pratica progetti e idee: in questo è fondamentale lo sviluppo di aspetti normativi, regolatori e autorizzativi». Un tema importante per i tavoli di lavoro di Anima, che ha creato un network idrogeno ad hoc riunendo 50 aziende associate e 80 esperti per offrire agli stakeholder uno spazio di dialogo e confronto.

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