La sua funzione naturale consiste nel trattenere parte del calore proveniente dal sole, mantenendo la temperatura del pianeta compatibile con la vita. Tuttavia, diventa critico quando le attività antropiche alterano l’equilibrio consolidato nel corso delle ere geologiche. L’eccessiva concentrazione di alcuni gas serra (Greenhouse Gases, GHG), derivante dalle emissioni prodotte dall’uomo, impedisce all’energia termica di disperdersi correttamente nell’atmosfera, amplificando il riscaldamento globale.
Ad oggi (dati 2024), la temperatura media globale è aumentata di circa 1,6 °C rispetto ai livelli preindustriali (1850-1900), un segnale chiaro che la concentrazione di CO₂ ha ormai superato i valori storicamente registrati e accettabili. Non si tratta di fenomeni ciclici naturali: gli eventi estremi che colpiscono, ad esempio, il Sud-Est asiatico, mostrano un incremento sia nella frequenza sia nell’intensità, confermando l’evidenza di un cambiamento climatico reale. Il superamento della soglia di 1,5 °C comporterebbe conseguenze potenzialmente irreversibili, che spaziano dai rischi fisici (alluvioni, ondate di calore, uragani) ai rischi di transizione e di responsabilità per aziende e governi.
Il GHG Protocol e gli standard globali “de facto” per la misurazione e il reporting delle emissioni GHG
In questo contesto, strumenti come gli standard redatti dal GHG Protocol risultano fondamentali. Si tratta di un insieme di standard, addottati già ampiamente a livello internazionale, che consentono alle aziende di misurare, monitorare e gestire le emissioni di gas serra. La metodologia si articola in cinque fasi principali:
1- Definizione dei confini aziendali – stabilire quali attività e sedi includere nel calcolo delle emissioni.
2- Identificazione delle emissioni – individuare tutte le fonti di GHG, distinguendole in:
3 - Raccolta dei dati – acquisizione accurata dei dati sulle emissioni per un determinato periodo.
4 - Calcolo delle emissioni – utilizzo di fattori di emissione e dei GWP (Global Warming Potential) per quantificare l’impatto dei diversi gas.
5 - Report e revisione – redazione di un inventario delle emissioni verificabile e coerente agli standard internazionali.
Gli standard del GHG Protocol si basano sui seguenti cinque principi:
garantendo che l’inventario rifletta fedelmente l’impatto climatico dell’azienda.
Francesco Spadera
Training & Sustainability Transition Manager
Consulente Organizzazione Aziendale
ICIM Consulting
Obiettivi e vantaggi della misurazione delle emissioni
Misurare le emissioni attraverso gli standard del GHG Protocol non è un fine a sé stante: consente di ottenere un quadro chiaro dello stato attuale dell’azienda e di pianificare azioni di miglioramento. Tali dati rappresentano la base per la definizione di obiettivi di riduzione secondo gli standard della SBTi (Science Based Targets initiative), che guidano le imprese verso strategie allineate agli accordi internazionali sul clima.
Gli obiettivi Net Zero, definiti a medio-lungo termine, offrono vantaggi significativi:
L’adozione degli standard SBTi favorisce anche una gestione più efficiente della supply chain, migliorando il controllo dei flussi di materiali, delle scorte e delle informazioni necessarie a soddisfare la domanda, con benefici in termini di efficienza operativa e riduzione dei costi.
L’impatto delle attività antropiche sul clima è ormai evidente, e il superamento delle soglie critiche potrebbe generare conseguenze irreversibili. La misurazione e la gestione delle emissioni di gas serra non rappresentano solo un dovere etico e normativo, ma costituiscono uno strumento strategico per guidare le aziende verso un futuro sostenibile, contribuendo al mantenimento dell’equilibrio climatico del pianeta.
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