Energia nucleare e industria meccanica, un connubio imprescindibile

Negli ultimi anni il dibattito sull'energia nucleare ha acquisito una nuova dimensione, spingendo anche l’Italia a riconsiderare questa fonte di energia come parte integrante delle proprie strategie energetiche sostenibili. In questo contesto, il nostro paese si trova di fronte a un'opportunità unica di innovare e sviluppare una filiera dedicata all'energia nucleare, potenzialmente capace di garantire sicurezza energetica e riduzione delle emissioni di carbonio. Tra i protagonisti di questo cambiamento vi è Newcleo, un'azienda italiana che si propone di introdurre sul mercato tecnologie nucleari all'avanguardia, sfruttando il know-how derivante da collaborazioni internazionali, in particolare tra Italia e Francia.

di Simone Gila

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19 set 2025

Il progetto di Newcleo non si limita alla produzione di energia; esso abbraccia anche la necessità di un approccio industriale che coinvolga strettamente l'industria meccanica. Questa componente del settore è cruciale per la realizzazione di impianti nucleari efficienti e sicuri, poiché fornisce le tecnologie e i componenti necessari per la costruzione e operatività degli impianti. Elementi come pompe, valvole, caldareria e turbine sono solo alcune delle tecnologie meccaniche indispensabili per supportare un'economia nucleare competitiva e rispettosa dell'ambiente.

Per esplorare più a fondo il ruolo di Newcleo e le opportunità offerte dall'industria meccanica nella nuova filiera dell'energia nucleare, abbiamo intervistato Stefano Buono, Ceo dell'azienda, che ha condiviso con noi le strategie di Newcleo per promuovere l'energia nucleare come soluzione sostenibile per l'Italia, discutendo anche dei progetti attivi sia a livello nazionale che internazionale.

In una visione chiara e approfondita del futuro dell'energia nucleare in Italia, l'industria meccanica può giocare un ruolo determinante nel plasmare una nuova frontiera della produzione di energia.

Oggi newcleo è una realtà affermata in Italia e in Europa. Quali le strategie per promuovere l'energia nucleare, e quali i progetti attivi?

Con Newcleo stiamo creando un modello industriale e di business per portare sul mercato a prezzi competitivi tecnologie provate attraverso un nuovo paradigma di energia nucleare pulita e sicura. Lavoriamo tra Italia e Francia sugli elementi principali della nostra tecnologia, vale a dire il raffreddamento al piombo e il riciclo delle scorie, raccogliendo il rispettivo know-how decennale dei due paesi. Da qui il piano industriale che prevede la realizzazione di un prototipo non nucleare in Italia nel 2026, una fabbrica di combustibile in Francia nel 2030, un reattore da irraggiamento nel 2031 e un reattore commerciale nel 2033, a cui si aggiungono le collaborazioni con le industrie energivore per decarbonizzare le loro attività grazie al nucleare. In tal senso lavoriamo con Maire sulla chimica verde, con Fincantieri e Rina sulla propulsione navale, con Danieli sull’acciaio verde e con Saipem per il nucleare offshore.

In che modo le tecnologie dell'industria meccanica possono contribuire alla costruzione e realizzazione di impianti nucleari?

L’integrazione con la supply chain è fondamentale per realizzare impianti nucleari on time e on budget. Noi integriamo verticalmente, attraverso acquisizioni mirate, aziende che sono già in grado di produrre componenti critici per i nostri reattori. Con altri produttori abbiamo collaborazioni che hanno portato in alcuni casi, come con Walter Tosto e Orion Valves, ad un investimento diretto da parte del fornitore nel capitale di Newcleo. È un approccio di lungo periodo che consente alla catena del valore di essere parte del nostro successo.

Quali misure sta adottando Newcleo per garantire la sicurezza e la sostenibilità ambientale nella produzione di energia nucleare?

Il nucleare è già una tecnologia sicura e sostenibile, con emissioni di CO₂ nel ciclo di vita comparabili alle rinnovabili e un consumo di suolo e di materiali molto inferiore rispetto a qualunque altra fonte di energia. Noi affrontiamo direttamente due dei problemi percepiti del nucleare: la sicurezza e le scorie. Il raffreddamento al piombo permette di fare reattori che sono sicuri passivamente grazie alle leggi fisiche che ne governano il funzionamento, eliminando completamente il rischio di incidenti. Con il MOX, un combustibile nucleare prodotto a partire dagli scarti delle centrali nucleari tradizionali, possiamo invece bruciare scorie nucleari esistenti, riducendone di molto volume e radioattività residua. Potremmo alimentare Roma con cinque reattori da 200MWe producendo una sola tonnellata di scorie l’anno che resterebbe radioattiva per soli 250 anni (contro i 250'000 delle scorie tradizionali).

Come si prevede che la nascente industria collabori con il settore pubblico e le istituzioni di ricerca?

La collaborazione pubblico-privata nel nucleare resta fondamentale. Oggi bisogna lavorare insieme per creare un impianto normativo adeguato a facilitare lo sviluppo e la realizzazione dei piccoli reattori modulari, con regole che consentano di approvare rapidamente i progetti e la loro localizzazione pur mantenendo la sicurezza al primo posto. È centrale anche la collaborazione con gli enti di ricerca; infatti, abbiamo investito 90 milioni al Centro Ricerche ENEA Brasimone per realizzare laboratori e macchine per testare e validare materiali e componenti per rendere il centro un leader internazionale dei sistemi di raffreddamento al piombo.

Come vede il futuro della tecnologia nucleare in Italia?

Sono convinto che un giorno faremo col nucleare qualcosa di simile alle comunità energetiche mettendo insieme i bisogni di industria e cittadini, decarbonizzando e abbassando le bollette. È evidente che c’è ancora lavoro da fare, ed in questo siamo costantemente impegnati. Ma ci rendiamo anche conto che il vento sta cambiando, specialmente tra i giovani perché hanno capito che non c’è transizione senza nucleare e chiedono a gran voce di riportarlo nel paese.