L’analisi, elaborata dall’Ufficio Statistica e Market Intelligence di Anima Confindustria, offre una fotografia di un comparto che continua a confermare la propria vocazione internazionale, con circa il 60% della produzione destinata ai mercati esteri, ma che al tempo stesso mostra segnali contrastanti.
Tra i settori più dinamici spiccano i produttori di turbine idrauliche e a vapore, seguiti dalle attrezzature frigorifere per il commercio, che mettono a segno un incremento del 20,8% rispetto al primo semestre 2024, raggiungendo 407 milioni di euro di export. Bene anche i forni industriali (+12,5%) e le macchine e forni per panifici (+9,2%).
Si conferma pilastro dell’export italiano il comparto valvolame e rubinetteria, che mantiene una solida crescita con oltre 3 miliardi di euro esportati e un incremento del 4,6%. All’opposto, alcune filiere mostrano segnali di netta contrazione. I carrelli industriali segnano il calo più marcato, con un -20,2% (da 1,31 a 1,05 miliardi di euro), mentre i motori a combustione interna arretrano del -19,7%, riflettendo la transizione in corso verso soluzioni elettriche e fonti alternative.
Sul fronte internazionale, gli Stati Uniti si confermano primo mercato di destinazione per la meccanica varia italiana, con 2,3 miliardi di euro di esportazioni. La crescita è legata anche all’aumento degli ordini registrato nei mesi scorsi da parte delle aziende oltreoceano, impegnate a fare scorte in vista della piena entrata in vigore dei nuovi dazi. Proprio questi ultimi rappresentano uno dei fattori di maggiore preoccupazione per il secondo semestre dell’anno. La Germania, con 1,87 miliardi di euro e un calo del -3,3%, resta il secondo mercato di riferimento, ma continua a mostrare segnali di debolezza, così come la Francia (-6,3%), dove l’instabilità economica e politica pesa sulla domanda industriale interna.
Segnali positivi arrivano invece dai mercati extraeuropei, in particolare da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, mentre in Europa si distingue la Spagna, che con un aumento del +13,1% raggiunge il quarto posto tra le destinazioni della meccanica Anima, per un totale di 934 milioni di euro.
Sul fronte opposto, i dati sull’import mostrano una crescita complessiva del 6,7%, segnalando una crescente pressione competitiva estera. Spiccano gli impianti aeraulici, con un incremento del 26,9%, e le macchine e forni per panifici, che segnano addirittura un +109% rispetto allo scorso anno. In forte aumento anche gli articoli casalinghi, con un +32,6%.
«I risultati del primo semestre confermano che l'industria meccanica italiana, rispetto al periodo del primo semestre 2024, mantiene una sostanziale stabilità, dimostrando ancora una volta la propria resilienza e capacità di adattamento», dichiara Pietro Almici, presidente di Anima Confindustria. «Questo dato, pur positivo in un contesto internazionale complesso, evidenzia però un arresto della crescita. La meccanica varia italiana ha dimostrato negli ultimi anni una straordinaria forza e capacità di rimbalzo, sapendo diversificare i mercati di sbocco anche in momenti critici. Tuttavia, le tensioni geopolitiche, la questione dei dazi statunitensi, l'indebolimento dei principali partner europei e la crescente pressione competitiva dall'estero generano incertezza per il futuro. Pur mantenendo la propria solidità strutturale, l’industria meccanica si trova ad affrontare sfide sempre più pressanti. La capacità dimostrata dalle imprese italiane di mantenere buone posizioni sui mercati globali rappresenta un elemento positivo, ma la situazione richiede attenzione costante e interventi strutturali per tutelare la competitività di una branca strategica per l’intera economia nazionale, senza dimenticare il tessuto sociale implicitamente coinvolto. È fondamentale che le istituzioni nazionali ed europee sostengano il comparto con politiche industriali mirate, favorendo la competitività delle imprese e garantendo condizioni di concorrenza equa sui mercati internazionali».
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