Se l’anno appena trascorso ha rappresentato la graduale ripresa dal 2020 segnato dall’emergenza pandemica, il 2021 ha anche presentato sfide importanti per i mercati mondiali, compreso quello della climatizzazione: dall’aumento inedito dei costi delle materie prime, alla grave crisi di approvvigionamento della componentistica.
Queste criticità hanno portato a un generale indebolimento delle marginalità, ma il settore della climatizzazione ha reagito con successo registrando numeri record. È quanto emerge dall’indagine statistica sul mercato dei componenti per sistemi di climatizzazione nel 2021 condotta da Assoclima (l’Associazione Costruttori Sistemi di Climatizzazione federata Anima Confindustria) a cui hanno partecipato 48 aziende del comparto.
L’indagine condotta ha preso in considerazione i dati di produzione, importazione, esportazione e mercato Italia delle seguenti tipologie di prodotti: climatizzatori d’ambiente, sistemi split, multisplit e VRF, condizionatori packaged e roof top, pompe di calore e gruppi refrigeratori di liquido con condensazione ad aria e ad acqua, unità di trattamento aria, sistemi di ventilazione meccanica controllata, unità terminali, sistemi ibridi e macchine per la produzione di acqua calda sanitaria.
Ne è risultato che il valore della produzione nazionale 2021 è stato pari a circa 825 milioni di euro, con un incremento del 11% rispetto all’anno precedente e del 4% rispetto al 2019, mentre il totale del mercato Italia ha superato i 2.260 milioni di euro, in crescita del 37% sul 2020 e del 33% sul 2019.
Il valore della produzione nazionale 2021 è risultato pari a circa 825 milioni di euro, con un incremento del 11% rispetto all’anno precedente e del 4% rispetto al 2019, mentre il totale del mercato Italia ha superato i 2.260 milioni di euro, in crescita del 37% sul 2020 e del 33% sul 2019
Tra i comparti che hanno avuto maggior successo, la crescita maggiore riguarda i sistemi a pompe di calore: complessivamente, il fatturato Italia delle pompe di calore aria-acqua e acqua-acqua ha registrato, a panel costante, incrementi percentuali mai visti prima: +107% a volume e +77% a valore. I risultati sono stati ancora più eclatanti per i sistemi ibridi, con una variazione, sempre a panel costante, del +352% a volume e del +390% a valore rispetto al 2020.
«Negli ultimi due anni abbiamo avuto la conferma di come il comparto sia sempre più strategico» ha dichiarato Luca Binaghi, presidente di Assoclima, che continua «Dapprima la pandemia da Covid-19 ha fatto emergere la consapevolezza che il nostro settore potesse essere uno di quelli su cui puntare, sia per accelerare il processo di transizione energetica già delineato sia per sostenere le economie nazionali in un momento di difficoltà. Da qui la scelta da parte del decisore politico di rafforzare gli strumenti d’incentivazione, con il Superbonus e, su tutti, la cessione del credito».
«La pandemia da Covid-19 ha fatto emergere la consapevolezza che il nostro settore potesse essere uno di quelli su cui puntare, sia per accelerare il processo di transizione energetica già delineato sia per sostenere le economie nazionali in un momento di difficoltà»
Di fronte alle nuove crisi che il 2022 ci sta presentando, una su tutte il drammatico conflitto in Ucraina, nel nostro paese si delinea in modo stringente la necessità di raggiungere nel minor tempo possibile una sempre maggiore indipendenza energetica.
«In questo quadro» commenta ancora Luca Binaghi «la strategia recentemente pubblicata dalla Commissione Europea, REPowerEU, ci offre uno spunto interessante: le pompe di calore dovranno più che raddoppiare il ritmo attuale d’installazione nei prossimi anni al fine di trainare un processo di elettrificazione non più rimandabile.
Tale processo è ovviamente il contesto ideale per tutte le tecnologie rappresentate da Assoclima, che in questa prospettiva sta lavorando alla formulazione di proposte per il pacchetto Fit for 55 con il primo obiettivo di mantenere la coerenza tra le numerose misure previste e garantire il rispetto dei risultati attesi».
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