Piano nazionale contro la contraffazione

Messo a punto dal Consiglio Nazionale Anticontraffazione (CNAC) sulla base di pareri di esperti e operatori del settore. Sei ambiti di intervento per porre un freno al fenomeno.

20 nov 2012

Nel corso degli Stati Generali Lotta alla contraffazione, tenutisi ieri a Milano, il Consiglio Nazionale Anticontraffazione (CNAC) ha illustrato i contenuti di un piano nazionale messo a punto da 13 commissioni tematiche, 150 esperti e oltre 70 organismi provenienti dal mondo associativo imprenditoriale, dei consumatori, della pubblica amministrazione e delle forze dell'ordine.

Il piano si articola in sei grandi priorità, che possono essere ricondotte a specifici ambiti di intervento:

1) Comunicazione/informazione destinata ai consumatori, per continuare l'opera di sensibilizzazione dell'opinione pubblica e rafforzare la cultura della proprietà intellettuale, specie presso i giovani.
2) Formazione alle imprese in tema di tutela della proprietà intellettuale, in una prospettiva non solo nazionale, ma anche internazionale, con il supporto del nuovo ICE - Istituto per il Commercio estero.
3) Rafforzamento del presidio territoriale, per mettere a punto e applicare a livello locale (capoluoghi di regione) un modello strategico per la lotta alla contraffazione, con il coordinamento delle Forze dell'Ordine e la formazione delle stesse.
4) Enforcement, con un particolare focus sulla preservazione della specializzazione dei giudici civili all'interno dei Tribunali per l'impresa, nei quali sono confluite le Sezione specializzate in materia di tutela della proprietà intellettuale, oltre a una maggiore qualificazione dei giudici penali (oggi non specializzati nella materia).
5) Lotta alla contraffazione via Internet, cercando un giusto equilibrio tra gli interessi dei fornitori di connettività e i gestori dei contenuti e i titolari dei diritti.
6) Tutela del Made in Italy da fenomeni di usurpazione all'estero. L'Italian Sounding è il fenomeno che fa emergere questa priorità, con un danno al fatturato del comparto alimentare italiano di 6 milioni di euro all'ora.

Che il problema sia tutt'altro che marginale lo dimostra una ricerca realizzata dal Censis per il ministero dello Sviluppo economico, secondo cui la contraffazione genera un giro d'affari di circa 6,9 miliardi di euro e un mancato gettito fiscale di 1,7 miliardi. In alcuni settori come il tessile e la moda, il valore dei falsi arriva a un terzo circa del fatturato. In altri campi, tra cui la farmaceutica e la meccanica, al danno economico si aggiungono i rischi per la salute e la sicurezza dei cittadini.

"Grazie al lavoro svolto in questi mesi, per la prima volta il Sistema Italia si muove e parla con una voce unica e concorda un piano strategico che esprime le esperienze migliori per fornire un argine significativo al fenomeno della contraffazione - ha dichiarato nel suo intervento il presidente del CNAC Daniela Mainini -. Il piano nazionale, grazie ad un lavoro di raccordo avvenuto tra associazioni di categoria, enti, istituzioni e consumatori pone dunque le basi per contrastare con maggiore efficacia questo fenomeno così dannoso per la nostra economia".

Agli Stati Generali ha partecipato anche ANIMA con un intervento del presidente Sandro Bonomi (leggi articolo).


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