La crescita che l’industria logistica europea ha registrato negli ultimi anni ha accompagnato l’espansione dell’e-commerce che ha avuto un’accelerazione con l’emergenza Coronavirus. I crescenti volumi di merci movimentate hanno modificato le dimensioni, le caratteristiche e la velocità delle operazioni dei magazzini portando a sviluppare nuove soluzioni per rispondere alle nuove esigenze e per ottimizzare i flussi.
Questa evoluzione ha prodotto un aumento di richieste, prestazioni e requisiti operativi. I magazzini moderni ora devono confrontarsi con condizioni caratterizzate da elevati numeri di cicli di sollecitazione negli elementi costruttivi che in vario modo costituiscono le strutture portanti degli impianti logistici.
La ricerca è stata fortemente supportata dall’industria della logistica che attende risposte e linee guida per progettare le strutture dei magazzini del futuro.
Gli elementi costruttivi delle scaffalature industriali e dei magazzini sono realizzati prevalentemente con profilati formati a freddo, caratterizzati da una grande versatilità: si prestano a produzioni di serie estremamente flessibili e sono adattabili alle diverse esigenze statiche e funzionali delle strutture per la logistica.
Ed è proprio la crescente richiesta da parte dell’industria della logistica di prestazioni strutturali e di specializzazione dei componenti che ha ispirato Fastcold – FAtigue STrength of COLD - formed structural steel details – un progetto europeo di ricerca di base sulla fatica nei profili sottili formati a freddo e nei relativi particolari costruttivi. L'obiettivo è quello di colmare una lacuna nella conoscenza e nelle regole applicative da implementare nei codici di progettazione e in particolare negli Eurocodici.
Il futuro del progetto
Carlo Andrea Castiglioni, professore ordinario di Tecnica delle Costruzioni al Politecnico di Milano e Direttore Tecnico di Fincon Consulting Italia, è il coordinatore dell’intero progetto e l’uomo che ha permesso a Fastcold di vedere la luce. Sulla base dei risultati ottenuti, non ha intenzione di fermarsi «Questa ricerca è solo un punto iniziale, abbiamo rotto il ghiaccio. Abbiamo trovato e risolto tante problematiche non evidenti quando abbiamo scritto il progetto di ricerca. Quando a fine giugno il progetto sarà terminato avremo dei risultati interessanti, ma generalizzabili fino ad un certo punto. Questo perché abbiamo potuto analizzare un numero relativamente limitato di tipologie e particolari costruttivi, potendo sfruttare un numero limitato di prove per consentire, su questi, l’esecuzione studi parametrici generali e conclusivi. Noi ci siamo quindi limitati ad approfondire e calibrare un numero limitato di casi».
I risultati sperimentali ottenuti costituiranno una base di dati sperimentali, ma anche linee guida per i progettisti
Quindi il progetto non è concluso? «Il progetto è solo un primo passo. Dopo aver presentato i risultati, l’obiettivo sarà quello di rivolgersi alla Comunità Europea per finanziare un secondo progetto di questo genere. Sicuramente il secondo sarà mirato a rispondere alle domande che sono rimaste aperte, ma soprattutto per eseguire ulteriori prove secondo protocolli che ormai abbiamo messo a punto».
Ma oltre ad aiutare il mondo della logistica, delle scaffalature e più in generale per chi produce profili laminati a freddo, a cosa servirà questa ricerca? «Mira a fornire un’implementazione di codici che diano delle linee guida e permettano in futuro di effettuare della sperimentazione su basi comuni. Con protocolli di prova che consentano una ripetibilità della misura e una riproducibilità del metodo potremo certamente proseguire con la sperimentazione».
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